Omicidio Luca Sacchi, l’ipotesi della compravendita di droga finita male

Sono stati portati nel carcere di Regina Coeli dopo un lungo interrogatorio nella notte i due giovani sospettati di aver ucciso Luca Sacchi, il 24enne colpito da uno sparo in testa durante una colluttazione iniziata per difendere la fidanzata da due rapinatori. La polizia starebbe però prendendo in considerazione anche un movente legato alla compravendita di droga.

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Si è concluso la mattina di venerdì 25 ottobre il lungo interrogatorio in Questura condotto da Polizia e Carabinieri con Valerio del Grosso e Paolo Pirino, rispettivamente di 20 e 21 anni, sospettati dell’omicidio di Luca Sacchi. Dal colloquio con i due giovani, sarebbe emerso un possibile movente legato alla compravendita di droga.

«La motivazione generale l’abbiamo trovata» ha dichiarato il comandante della squadra mobile della questura ai microfoni di SkyTg24, aggiungendo che «sono in atto le verifiche ma gli elementi di riscontro sono importanti». Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti grazie anche all’analisi delle telecamere di sorveglianza, Luca Sacchi e la fidanzata Anastasia Kylemnyk avrebbero incrociato i due ragazzi, pusher della zona, intorno alle 23.30 di mercoledì 23 ottobre all’incrocio tra via Teodoro Mommsen e via Franco Bartoloni, a pochi passi dal pub John Cabot e dal parco della Caffarella a Roma per comprare della droga, probabilmente hashish. I due, che spacciavano facendo delle ronde con la Smart bianca, hanno quindi chiesto di vedere i soldi per pagare. La ragazza li ha quindi mostrati nello zainetto. I due pusher si sono allontanati e sono poi ritornati armati con l’intenzione di rapinare la coppia senza completare la compravendita di stupefacenti. Dopo che uno dei due ha colpito alla testa con una mazza la fidanzata, Luca Sacchi è intervenuto per difenderla, iniziando una colluttazione. L’altro giovane ha quindi iniziato a sparare colpendolo, fatalmente, alla testa.

 

 

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