Franco Locatelli dice che siamo ancora lontani dall’ipotesi di un lockdown generale

Il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità spiega i temi del confronto all'interno del Comitato Tecnico-Scientifico

24/10/2020 di Enzo Boldi

Nelle ultime ore si è tornati a parlare di un probabile – ma per ora non confermato – nuovo Dpcm che sarà presentato entro la serata di domenica 25 ottobre dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Si parla dell’ipotesi di un coprifuoco nazionale (alcune testate riportano l’orario delle 18, altri le 20), della chiusura delle piscine, della serrata dei centri commerciali nel weekend. In attesa di avere conferme da Palazzo Chigi, sembra essere esclusa l’ipotesi di un nuovo lockdown generale sulla falsariga di quello avvenuto nel mese di marzo.

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E questa tendenza la indica anche Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità e membro del Comitato Tecnico-Scientifico. In un’intervista a Il Fatto Quotidiano ha spiegato che un nuovo lockdown generale non è da prendere in considerazione, almeno per il momento. E che si proverà a tamponare la situazione con interventi mirati attraverso alcune restrizioni più severe rispetto a quanto previsto dal Dpcm firmato dalla Presidenza del Consiglio domenica 18 ottobre.

Nuovo lockdown generale, Locatelli dice che siamo lontani da questa ipotesi

«Stiamo facendo in queste ore riflessioni col ministro Roberto Speranza, il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro e il direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito per identificare parametri volti a stabilire soglie – ha detto Franco Locatelli a Il Fatto Quotidiani -. Parliamo di combinazioni di numeri tra contagiati rispetto ai tamponi, occupazioni delle terapie intensive e ricoveri ordinari, morti. L’idea è di arrivare a definire un meccanismo che faccia scattare dei livelli di restrizioni fino alla peggiore ipotesi del lockdown nazionale a cui faremo di tutto per non arrivare».

I piani per evitarlo

E da queste parole emerge la richiesta degli esperti di procedere con misure restrittive di maggior severità. Il tutto per cercare, fino alla fine, di evitare un nuovo lockdown generale che avrebbe ripercussioni fortissime sul tessuto economico del nostro Paese. Poi Locatelli lancia l’appello ai giovani: «Quel che serve davvero è un patto generazionale. A perdere la vita per il Covid sono in maggior misura ultrasessantenni soprattutto se con patologie concomitanti come il diabete e problemi polmonari o cardiaci. I giovani devono tutelarli con i comportamenti, lo prendano come un modo di restituire qualcosa ai più anziani: per la fortuna di vivere un’epoca senza conflitti bellici, con sistemi sanitari e solidaristici avanzati».

(foto di copertina: da Di Martedì, La7)

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