Nuovo Dpcm, la trattativa è andata avanti fino alle 4.20 tra contrasti e la preoccupazione di Conte

Tensioni e liti attorno al nuovo Dpcm con Conte preoccupato sugli effetti economici di un coprifuoco alle ore 22

17/10/2020 di Ilaria Roncone

Il fatto che il vertice notturno con il quale è stato deciso di varare un nuovo Dpcm sia andato avanti fino alle 4.20 del mattino la dice lunga sul clima che si respira. Il vertice tra i capi delegazione dei partiti e ministri è andato avanti a lungo, la tematica centrale è quel coprifuoco per locali, bar e ristoranti alle ore 22 che preoccupa Conte per gli effetti economici che potrebbe comportare. I contagi ieri hanno sfondato la soglia dei 10 mila e, nonostante siamo freschi di Dpcm – firmato appena quattro giorni fa – entro lunedì ne avremo uno nuovo.

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Conte chiede misure dure ma «proporzionate»

Conte è parso preoccupato e ha invocato misure «proporzionate» che non rischino di mettere nuovamente in ginocchio il sistema economico italiano auspicando che ben presto l’Europa sia in grado di portare nel sistema sanitario «200 o 300 mila dosi di vaccino». Il vertice notturno chiesto dal PD è andato avanti dalle 2 del mattino fino alle 4.20 e ha visto l’espressione di posizioni anche contrastanti: Bonafede è prudente, Teresa Bellanova sostiene che «con il virus dobbiamo imparare a convivere» mentre Franceschini e Speranza sono più duri rispetto alla linea da seguire. Tutto gira attorno al coprifuoco suggerito da alcun scienziati che preoccupa per l’impatto economico della misura. Conte sarebbe per restringere l’orario di ristoranti, bar e locali per la vendita di alcolici dopo una certa ora così da dare battaglia alla movida. In ballo anche l’obbligo di smart working per la pubblica amministrazione fino al 70% così da impattare meno sul trasporto pubblico locale.

Blocco delle attività sportive dilettantistiche per tenere aperte le scuole

Tra le altre misure in esame spunta la stretta sugli sport da contatto sia di base che di livello agonistico gestiti dalle società dilettantistiche. Stop agli allenamenti e alle partite, quindi, come sacrificio per tenere aperte le scuole – unico punto su cui tutti sono d’accordo -. In esame anche il blocco per palestre, piscine e circoli così come una limitazione degli eventi e delle manifestazioni pubbliche. Sulla scuola il governo è arrivato a sospettare che le Regioni premano per adottare quella a distanza «perché non hanno saputo gestire trasporti e tamponi».

 

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