La Nuova Zelanda ha sconfitto per la seconda volta il coronavirus
Jacinta Ardern ha eliminato tutte le restrizioni dopo i zero contagi nel paese
21/09/2020 di Redazione
Per sconfiggere il coronavirus nel mondo bisogna guardare ancora una volta alla Nuova Zelanda della premier Jacinta Ardern. Quest’ultima ha annunciato il ritiro di tutte le misure restrittive dopo la seconda ondata che ha colpito il Paese, con questo risultato: Nuova Zelanda contro coronavirus 2-0. O meglio, 2-1. Già perché il virus aveva contagiato l’arcipelago del Pacifico una prima volta nei mesi primaverili, quando la prima ondata si era già estesa dalla Cina al resto del mondo.
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Nuova Zelanda contro coronavirus, la seconda vittoria
Ma la Nuova Zelanda era anche stata la prima nazione a sconfiggere il virus. Un risultato che era stato salutato con favore da tutta la comunità internazionale. Quando, però, in Europa la curva dei contagi si era appiattita, un campanello d’allarme estivo era arrivato nuovamente dal Paese dell’emisfero meridionale. Una ripresa dei contagi, soprattutto nella zona di Auckland (con un focolaio di partenza di 66 persone contagiate), aveva fatto piombare la cittadinanza ancora una volta nella paura.
Ecco perché Ardern era stata costretta a presentarsi di nuovo in tv e ad annunciare, oltre al rinvio delle elezioni, anche nuove misure restrittive. Ma dopo gli zero contagi di ieri, la premier ha potuto nuovamente annunciare la vittoria contro la malattia, eliminando le misure di contenimento in tutte le città neozelandesi a eccezione di Auckland, dove il contagio era stato più esteso. La città della baia, in ogni caso, potrà beneficiare comunque di qualche allentamento delle misure restrittive rispetto ai giorni scorsi.
Nuova Zelanda contro coronavirus, la gestione dell’emergenza
In totale, i casi in Nuova Zelanda sono stati 1.464, con 25 morti dall’inizio della pandemia. Dati che, sicuramente, sono irrisori rispetto ad altri stati del mondo ma che, per la proporzione di territorio e abitanti (in Nuova Zelanda vivono cinque milioni di persone), non sono poi così distanti dai problemi che altri Paesi hanno dovuto vivere nell’ultimo periodo.