La Nuova Zelanda (lo stato Covid-free) ora è costretta a rimandare le elezioni per il focolaio di Auckland

La decisioni della premier Jacinta Ardern

17/08/2020 di Gianmichele Laino

Per capire la gestione diversa della pandemia di coronavirus, bisogna guardare ancora una volta alla Nuova Zelanda, che è il simbolo più efficace di quanto sia importante il motto ‘prevenire è meglio che curare’. La nazione del Pacifico ha avuto 1600 casi di coronavirus in totale, frutto dell’oculata gestione della premier Jacinta Ardern, ma negli ultimi giorni ha fatto registrare 66 nuovi casi, soprattutto nella città di Auckland. Per questo motivo, dopo aver individuato il focolaio, è stato imposto il lockdown in uno dei centri più importanti del Paese.

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Nuova Zelanda rinvia le elezioni di un mese

La Nuova Zelanda ha cinque milioni di abitanti (la somma degli abitanti di Roma e di Napoli e provincia), dunque la gestione dell’emergenza è stata relativamente più semplice. Tuttavia, occorre rilevare come – pur in presenza di numeri ridotti – la soglia d’attenzione non è stata mai abbassata. Tanto che la stessa premier Jacinta Harden ha deciso di rinviare di un mese le elezioni generali, inizialmente previste per il 19 settembre e che adesso sono state spostate al 17 ottobre.

I numeri di questa fase dell’epidemia in Nuova Zelanda

Caso curioso: con 66 contagi nelle ultime due settimane, la Nuova Zelanda ha deciso di rinviare le consultazioni a cui parteciperanno meno elettori rispetto alle regionali italiane previste per il 20 e 21 settembre. In Italia, su una popolazione di 60 milioni di abitanti, i contagi sono circa 600 al giorno. Una proporzione simile, che dalle parti del Pacifico ha fatto squillare un campanello d’allarme molto più forte che nel nostro Paese.

La cosa che maggiormente sorprende è la pacificazione nazionale intorno a questa decisione. I partiti d’opposizione erano stati i primi a chiedere al governo il rinvio delle elezioni, perché temevano che il lockdown potesse influenzare l’esito delle consultazioni. La premier Jacinta Ardern si è detta d’accordo con questa prospettiva e, dopo aver constatato anche la risalita dei contagi e la presenza del focolaio di Auckland, ha preso una decisione condivisa da tutti nel Paese.

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