Ricciardi: «A novembre rischiamo 16 mila casi al giorno ma la chiusura delle scuole va scongiurata»
Il membro del comitato esecutivo dell'Oms ha espresso preoccupazione sottolineando la pericolosità della cosiddetta seconda ondata
09/10/2020 di Ilaria Roncone
Parlare di seconda ondata non è del tutto corretto – come Ricciardi stesso ha segnalato – ma in riferimento a questo aumento dei casi al quale stiamo assistendo l’esperto ha le idee chiare: «È stato sottovalutato il fatto storico che tutte le pandemie hanno una seconda ondata più pericolosa della prima». Secondo le previsione a novembre potremmo arrivare a registrare «16mila casi al giorno» e, in tutto questo, occorre fare di tutto perché le scuole non vengano chiuse.
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Ricciardi e i rischi di sottovalutare la seconda ondata
Mentre si fa strada la possibilità – solo se i dati lo renderanno necessario – della chiusura tra regioni, la consapevolezza di quello che va fatto diventa sempre più pressante: «rispetto a quello che ci aspetta, cioè una pressione enorme con l’arrivo dell’influenza, bisognava rafforzare il sistema di testing allargandolo a tutte le strutture, sia pubbliche che private che sono in grado di farlo, e poi con i pronto soccorso che in molti casi non hanno ancora fatto i percorsi differenziati». Parlando a Sky Tg24 Ricciardi ha aggiunto che quella «rilassatezza che si è determinata in tutti a partire dall’estate ha determinato un abbassamento della guardia».
Sale il numero dei nuovi contagi Covid, preoccupazione per alcune regioni
«Ora», ha detto Ricciardi, «ci sono Regioni che si sono fatte trovare più o meno preparate, e la mia preoccupazione è che questa preparazione non sia ancora adeguata a maggior ragione per quando arriverà l’influenza, e ci sono altre Regioni che si sono fatte trovare più impreparate, cioè non hanno aumentato quella capacità di testing che era presumibilmente necessaria e si è rivelata assolutamente necessaria». L’intento non è quello di colpevolizzare le regioni, come chiarisce, ma «sottolineare che di fronte a una pandemia da virus respiratorio bisogna lavorare tutti insieme e basare le decisioni sull’evidenza scientifica».
«A novembre rischiamo 16mila casi al giorno»
Alla base di questa affermazione di Ricciardi c’è il ragionamento andando a guardare i dati da giugno in poi: «si è verificato un raddoppio dei casi ogni mese: avevamo 200 casi, poi 400, poi 800, poi 1600 e adesso stiamo a oltre 4mila casi. Quindi rischiamo fra un mese di avere oltre 8 mila casi al giorno e tra due mesi, quando arriverà l’influenza, di avere 16 mila casi in un giorno». Nonostante questo un lockdown generale e la chiusura delle scuole rimangono da evitare in maniera imperativa: «In questo momento non c’è nessuna ipotesi di chiusura di esercizi commerciali o attività, si sta solo pensando a quali sono le possibili attività che prevedono assembramenti ingiustificati che riguardino attività non primarie che possono essere in qualche modo limitate».