Ricciardi spiega perché non è corretto parlare di seconda ondata: «La prima non è mai finita»

Walter Ricciardi ha spiegato perché non è corretto parlare di seconda ondata visto il rialzo dei nuovi contagi

29/09/2020 di Ilaria Roncone

Walter Ricciardi a Sky TG24 ha chiarito la questione seconda ondata di cui, effettivamente, non è corretto parlare: «In realtà non è mai finita la prima». Il membro del comitato esecutivo dell’Oms e consulente del ministero della Saluta in Italia lo chiarisce a Buongiorno – su Sky TG 24 – spiegando che «quello che abbiamo fatto è stato appiattire la curva epidemica ma non azzerarla, quindi, quando ci sono le condizioni favorevoli, come sono state quelle dei comportamenti estivi e adesso purtroppo il freddo, la curva si riapre».

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Ricciardi seconda ondata: «L’azzeramento non è avvenuto, pandemia sempre quella»

«È ancora la prima ondata, che di fatto viene chiamata seconda solo perché corrisponde a una nuova stagione, ma la pandemia è sempre quella. L’azzeramento non è avvenuto e quindi adesso, come avevamo previsto, riparte», ha chiarito Walter Ricciardi. Rispetto alle terapie intensive di tutta Italia rimane tranquillo : «I posti sono stati raddoppiati, oggi sono più di diecimila e su questo sono abbastanza tranquillo». Il punto, adesso, è un altro: «Il problema non è la terapia intensiva ma sono le terapie subintensive, il rafforzamento dei pronto soccorso con percorsi separati e il rafforzamento degli ospedali Covid. Su questo il Paese è a macchia di leopardo, ci sono delle Regioni che sono pronte e altre che sono in ritardo». Ci sono ancora pronto soccorsi che non hanno percorsi separati e «quando ci sarà la pressione dell’influenza e contemporaneamente quella della paura del Covid, determinerà che queste persone arriveranno in un unico flusso, portando il caos».

Sugli stadi: «Impensabile aprirli a migliaia di persone»

Il parere dell’esperto sugli stadi è limpido: «Non è pensabile di aprire a migliaia di persone degli stadi. È qualcosa che in questo momento non è pensabile, sarà pensabile nel momento in cui effettivamente continueremo a tenere la circolazione del virus sotto controllo». La precedenza, com’è normale che sia, è andata all’«apertura delle scuole», fatto che ha comportato mettere «in circolazione dieci milioni di persone all’interno di ambienti chiusi» e per ora basta così. Sulle scuole ha parlato dei test rapidi: «Sono migliorati notevolmente. Negli aeroporti, nelle scuole e quando bisogna fare analisi su grandi masse di popolazione diventano un’opzione molto seria. Non sono ancora affidabili al 100% però consentono sicuramente di identificare i super diffusori e quindi sono uno strumento importante».

(Immagine copertina: screen video dal sito del Messaggero)

 

 

 

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