Non è Sanremo, perché Don Fiorello poteva fare di più

Primo appuntamento con il nostro Non è Sanremo, la striscia quotidiana con la politica al festival. La prima serata di Sanremo 2020 è stata meno politicizzata di quello che ci saremmo potuti aspettare, però l’inizio targato Rosario Fiorello aveva lasciato ben altre aspettative. La sua apertura vestito come Don Matteo e gli attacchi a Matteo Salvini e Matteo Renzi definiti come “Mettei che non funzionano” non ha ancora fatto registrare reazioni dai due leader.

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Non è Sanremo, come è andata la prima serata dal punto di vista ‘politico’

Non si tratta di politica vera e propria, ma è stato citato anche il presidente francese Emmanuel Macron di cui Rula Jebreal è consigliera ufficiale. Proprio la giornalista di origini palestinesi è stata tra gli ospiti più applauditi con un bellissimo monologo contro la violenza sulle donne in cui ha invitato a “Lasciateci libere di essere come vogliamo”.

Tante le battute sulle donne un passo avanti o un passo indietro, ma a parte questo poco anche lo spazio per la satira ci saremmo aspettati di più.  Nessun riferimento neanche al sovranismo di Rita Pavone, su cui alla vigilia si erano aperte grandi polemiche.

Non ci resta che scoprire se con Junior Cally cambieranno le cose o se Fiorello deciderà di essere ancora più graffiante, perché ci aspettiamo tanto.

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