La frase di Bonafede che ha fatto insospettire Di Matteo dopo il no al Dap: «Non c’è dissenso o mancato gradimento che tenga»

06/05/2020 di Enzo Boldi

Intervistato da La Repubblica, Nino Di Matteo è tornato a parlare di quanto dichiarato domenica sera in diretta a Non è L’Arena, su La7. Il Pm, nel corso della telefonata con Massimo Giletti, aveva parlato della sua mancata nomina al Dap (Dipartimento di amministrazione penitenziaria), prima offerta da Alfonso Bonafede e poi ritirata dopo 48 ore. Il magistrato aveva parlato di una possibile ribellione da parte dei capimafia, motivo che – secondo lui – avrebbe spinto il capo del dicastero di Grazia e Giustizia a un passo indietro, mettendo quel ruolo nelle mani di Francesco Basentini e offrendo a lui il vertice degli Affari Penali. E c’è una frase che avrebbe fatto aumentare i suoi sospetti.

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Nel corso della sua intervista pubblicata su La Repubblica, Nino Di Matteo ha ricostruito quelle giornate della seconda metà di giugno del 2018. Prima la telefonata di Alfonso Bonafede per dargli una scelta: il Dap o gli Affari Penali all’interno del Ministero. Poi, dopo 48 ore – tempo concesso per riflettere su quale dei due ruoli accettare – la ‘doccia fredda’: il vertice del Dap era stato assegnato a Francesco Basentini (che lo stesso pm ha confessato di non conoscere). Per lui, dunque, rimanevano gli Affari Penali.

Nino Di Matteo e la frase di Bonafede

«Cose come queste sono indimenticabili. Come il nostro ultimo scambio di battute – ha spiegato Nino Di Matteo -. Io gli dico di non tenermi più presente per alcun incarico, lui ribatte che per gli Affari penali ‘non c’è dissenso o mancato gradimento che tenga’. Una frase che, se riferita al Dap, ovviamente mi ha fatto pensare». Questa è la frase che ha fatto insospettire il pm e che, quasi due anni dopo, lo ha portato a quella dichiarazione nei confronti di Alfonso Bonafede.

Le proteste dei boss

Il pm ha rivelato che le prime mobilitazioni dei boss erano arrivate qualche giorno prima, dopo che sulla stampa erano uscite alcune indiscrezioni sulla sua possibile nomina a capo del Dap, con particolare riferimento a quello che è avvenuto all’interno del carcere de L’Aquila. Ma Alfonso Bonafede era a conoscenza di queste proteste? «Il ministro si mostrò informato della questione».

(foto di copertina: da L’Aria che Tira, La7)

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