Il Corriere e la doppia pagina dedicata a un libro che dice: «Se Mussolini fosse morto 10 anni prima, sarebbe ricordato in modo diverso»
17/06/2020 di Enzo Boldi
C’è una data che, secondo gli autori di un libro dal titolo ‘Hitler in Italia’, indicherebbe il calendario per porre la fine al motto ‘quanto c’era lui’. Il testo, scritto da Franco Cardini e Roberto Mancini, ripercorre i rapporti tra Italia e Germania durante il periodo storico in cui il nazi-fascismo imperava dilagante nei due Paesi. La recensione di questo libro compare oggi su Il Corriere della Sera, con un articolo a firma Paolo Mieli. Si parla di come Benito Mussolini, se fosse morto 10 anni prima, sarebbe rimasto nella storia con un’altra accezione e concezione.
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La teoria del libro recensito da Mieli è la seguente: il problema reale di Benito Mussolini fu l’alleanza con Hitler del 1938. Fino a quella data, ‘aveva fatto anche cose buone’. Gli autori sottolineano come il duce si sia reso protagonista di eventi storici (e di cronaca, non solo politica, ma anche sociale) che vengono citati e criticati all’interno del testo, ma che hanno fatto – utilizzando un «esercizio di ucronia» – da contraltare ad alcuni fatti storici che hanno reso, secondo loro, l’Italia un Paese migliore in quell’epoca.
Mussolini e le due pagine di revisionismo storico sul Corriere
Le cose buone citate sono le seguenti: il risanamento delle istituzioni statali, la lotta alla piaga dell’emigrazione, la Carta del Lavoro, l’autentica fondazione dello Stato sociale, lo sbancamento della mafia, la modernizzazione del Paese – attraverso le bonifiche, la realizzazione di ferrovie, la nascita di industrie come quella del turismo e del cinema, le comunicazioni navali – la nazionalizzazione culturale delle masse, la conciliazione tra Stato e Chiesa, di una politica e altre iniziative nei confronti dei popoli arabi che lo avrebbero resto un «mediatore ideale» per quell’area geografica».
Il 1938 che ha rovinato le cose buone
Insomma, ha fatto anche cose buone. Gli autori, come detto, parlano anche degli efferati delitti – per esempio quello Matteotti -, ma anche degli eventi squadristi nel nostro Paese, della repressione delle fondamentali libertà sociali e politiche. Insomma, quando c’era lui c’erano anche tanti misfatti che – a nostro avviso – hanno un peso ben maggiore rispetto alla bonifica dell’Agro-pontino. Fare un esercizio di ucronia, come premettono gli stessi autori nella loro introduzione, sul ruolo di Mussolini fino a quel che è stato definito «l’abbraccio stritolante di Hitler» non può essere un esercizio di revisionismo. La storia è quello che si fa, sempre e nella propria vita. Troppo semplice ridurre solamente alle cose buone che, anche il più cattivo dei cattivi, avrà fatto nella propria vita.
(foto di copertina: da Corriere della Sera del 17 giugno 2020)