Il M5S perde altri pezzi: tre deputati si auto-sospendono in polemica con Casaleggio
Si tratta di Fabio Berardini, Carlo Ugo de Girolamo e Paolo Romano
16/09/2020 di Enzo Boldi
Movimento 5 Stelle, ma con tre pezzi in meno. Almeno per il momento. Tre deputati pentastellati hanno ufficializzato questa mattina la loro decisione di auto-sospendersi dal partito in polemica con Davide Casaleggio. Si tratta di Fabio Bernardini, Carlo Ugo de Girolamo e Paolo Romano. La loro scelta è stata comunicata con un post condiviso sulle rispettive pagine Facebook. All’interno del MoVimento tira sempre più una bruttissima aria.
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«Il fatto che a pochi giorni dalle elezioni Casaleggio abbia lanciato un attacco pubblico a mezzo stampa al MoVimento 5 Stelle è vergognoso e stentiamo a capire quale gioco politico possa esserci dietro una presa di posizione così netta, in una situazione che di chiaro e ben definito non ha nulla», scrivono i tre deputatati che si sono auto-sospesi questa mattina.
Movimento 5 Stelle, tre deputati si auto-sospendono in protesta con Casaleggio
«In attesa che questo appello, esteso ai tanti colleghi che volessero condividere pubblicamente questi punti per dare un forte segnale, venga preso seriamente e concretamente in considerazione, non resta che prendere una decisione sofferta quale ultimo grido di aiuto, auto-sospendendoci con effetto immediato dal MoVimento 5 Stelle», si legge ancora nel comunicato social. Insomma, gli stracci sono volati. E non da pochi giorni. La situazione all’interno del partito è tesa da mesi (all’incirca da quando il M5S ha raggiunto il ruolo di maggioranza parlamentare, quindi da oltre due anni). E il tutto si basa sulla gestione della piattaforma Rousseau.
La piattaforma Rousseau
Ma cosa chiedono i tre deputati (e non solo).
1) La piattaforma Rousseau deve essere gestita direttamente dal Movimento 5 Stelle tramite un organismo eletto democraticamente e trasparente su ogni spesa;2) Il Movimento 5 Stelle si deve dotare di una struttura organizzativa chiara, democratica ed efficace, superando il modello fallimentare dei facilitatori. Occorre fissare a stretto giro una data per gli “Stati Generali”, stabilendo a priori le ‘regole del gioco’, modalità ed obiettivi, solo dopo una reale forma di condivisione con la nostra base;3) Il Movimento deve utilizzare i soldi sui territori a supporto dei nostri gruppi locali e dei consiglieri comunali (che dovevano essere i nostri “eroi” in prima linea) per la formazione, la tutela legale ed eventi.
(foto di copertina: da pagina Facebook)