Perché non si può fare distinzione tra morti ‘per’ e morti ‘con’ Covid-19
22/03/2020 di Enzo Boldi
Per raccontare l’inizio, occorre partire dalla fine: «Le malattie respiratorie sono acceleratori di morte». È questo l’assunto inequivocabile che accompagna l’analisi statistica condivisa sul proprio profilo Twitter da Matteo Villa (Ispi). Il tutto si inserisce nel dibattito – coadiuvato anche da alcune dichiarazioni del capo della Protezione Civile nel corso delle sue conferenze stampa, in attesa dei rilievi epidemiologici dell’ISS – sul numero di morti per Coronavirus e quelli ‘con’ Coronavirus. La distinzione tra questi due aspetti, oltre a esser superata dai dati quotidiani, risulta anche essere fuorviante.
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Siamo voluti partire dalla fine del ragionamento (basato su dati reali) di Matteo Villa in modo da contestualizzare la cornice entro la quale occorre muoversi quando ancora sentiamo fare la distinzione tra morti per Coronavirus (o Covid-19, la malattia) e chi invece perde la vita perché affetto dal virus in concomitanza con altre patologie. I dati parlano chiaro, ma rappresentano anche una smentita di questa discussione.
Di #COVIDー19 sappiamo che, come per molte altre malattie e per tutte le malattie respiratorie, si presenta in forma più grave nelle persone più anziane.
Questa è la letalità plausibile (IFR) calcolata dai dati cinesi, e che si può applicare anche a noi. pic.twitter.com/b0nE7zFmU1
— Matteo Villa (@emmevilla) March 22, 2020
Morti per Coronavirus, l’inutile distinzione sulle patologie pregresse
Già questi primi due schemi confermano la tesi dell’inutile differenziazione tra i morti per Coronavirus e con Coronavirus. Oltre il 50% della popolazione mondiale sopra i 50 anni (e sono state prese in esame tre fasce bene definite) è affetto da almeno un’altra patologia.
Elencare il numero di patologie pregresse, quasi a sottintendere che si sia morti per motivi diversi da #COVIDー19, è tendenzioso.
Le malattie respiratorie sono *acceleratori* di morte.Anche l’influenza stagionale lo è.
Non significa che non si muoia *per* influenza.— Matteo Villa (@emmevilla) March 22, 2020
I dati e gli acceleratori di morte
Per questo motivo fare una distinzione tra chi ha ulteriori patologie e chi non le ha è un esercizio puramente statistico che, però, dimostra tutto e il contrario di tutto. Perché da sempre chi soffre di altre patologie e contrae anche un’altra patologia che incide sul sistema respiratorio ha una maggiore possibilità di non riuscire a sopravvivere. Ma il Coronavirus, come tutte le malattie respiratorie, è un acceleratore di morte. Quindi morire per o con il Coronavirus è la stessa cosa.
(foto di copertina: da profilo Twitter di Matteo Villa)