Il monitoraggio di Gimbe: «Le misure del Dpcm sono tardive e inefficienti»

Il report settimanale mostra una situazione molto grave: la richiesta di lockdown locali per evitarne uno generale

29/10/2020 di Enzo Boldi

La situazione è quasi fuori controllo e le ultime misure prese dal governo rischiano di essere insufficienti e non produrre i risultati sperati. Questo è il clima con cui l’Italia si appresta ad affrontare il primo fine settimana con le nuove linee guida e indicazione dell’ultimo dpcm licenziato da Palazzo Chigi. E il monitoraggio Gimbe 21-27 ottobre, oltre a confermare il trend in salita della curva epidemiologica, sottolinea alcune criticità sui provvedimenti presi dal governo.

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«Vero è che sono state introdotte progressive restrizioni da parte di Governo e Regioni, ma il loro effetto sulla flessione della curva dei contagi sarà minimo, sia perché le misure non sono state ‘tarate’ su modelli predittivi a 2 settimane – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe -, sia perché le blande misure dei primi due DPCM sono già state neutralizzate dalla crescita esponenziale della curva epidemica».

Monitoraggio Gimbe 21-27 ottobre: la situazione in Italia

Questi i numeri della settimana (ricordando che dal conteggio sono esclusi i dati registrati ieri, mercoledì 28 ottobre):

  • Decessi: 955 (+108,1%)
  • Terapia intensiva: +541 (+62,2%)
  • Ricoverati con sintomi: +5.501 (+65,1%)
  • Nuovi casi: 130.329 (+88,9%)
  • Casi attualmente positivi: +112.351 (+78,7%)
  • Casi testati +91.641 (+14,5%)
  • Tamponi totali: +147.423 (+14,4%)

Il monitoraggio Gimbe 21-27 ottobre sottolinea come il sistema di tracciamento sia ormai saltato e che non sia più possibile tentare opere di contact tracing. Per questo motivo Cartabellotta e la Fondazione sottolineano come ci sia ancora tempo per prendere decisioni estreme a livello locale (lockdown) per evitare di arrivare a coinvolgere tutto il Paese con una curva fuori controllo.

Questa, invece, la situazione di ospedalizzazioni e terapie intensive.

Come correre ai ripari

«L’epidemia già fuori controllo in diverse aree del Paese da oltre 3 settimane – conclude Cartabellotta – insieme al continuo tentennamento di Sindaci e Presidenti di Regioni nell’attuare lockdown locali stanno spingendo l’Italia verso la chiusura totale. Senza immediate chiusure in tutte le zone più a rischio, serviranno a breve almeno 4 settimane di lockdown nazionale per abbattere la curva dei contagi e permettere di assistere i pazienti in ospedale, al fine di evitare una catastrofe sanitaria peggiore della prima ondata. Perché questa volta, oltre al dilagare dei contagi anche nelle regioni del Sud, meno attrezzate dal punto di vista sanitario, abbiamo davanti quasi 5 mesi di stagione invernale con l’influenza in arrivo».

(foto di copertina: da Pixabay + Monitoraggio Gimbe 21-27 ottobre)

 

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