In tutto il mondo si sta agendo per limitare le grandi potenze tecnologiche

Da Oriente a Occidente tutti gli stati stanno agendo per limitare l'immenso potere esercitato dalle maggiori potenze tecnologiche del mondo

20/04/2021 di Ilaria Roncone

Nel mondo ci si sta rendendo conto che il potere delle maggiori potenze tecnologiche è troppo grande e che la loro azione è troppo pervasiva in più di un senso. In tutti i paesi, dall’occidente all’oriente, nell’ultimo paio di anni ci si è mossi per limitare il potere di singole industrie e anche la Cina è arrivata a multare Alibaba per ben 2,8 miliardi di dollari per pratiche anticoncorrenziali. Proprio su questo e sull’incapacità di agire efficacemente nella moderazione dei contenuti si basano le azioni dei governi, considerato che per molti giganti tecnologici sono questi i punti deboli maggiori.

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Le dieci maggiori aziende tecnologiche sono la terza potenza economica più grande del mondo

Per capire a che punto siamo arrivati è sufficiente far riferimento a un paio di dati. Il potere delle maggiori aziende tecnologiche del mondo e la loro pervasività in tutti i settori  è calcolabile: le dieci più grandi hanno una capitalizzazione di mercato che, combinata, vale oltre 10 trilioni di dollari. In termini di prodotto interno lordo, queste dieci aziende sono classificabili come la terza potenza economica più grande al mondo. A loro – in primis Google, Facebook, Apple, Alibaba e Amazon – è stato chiesto conto del modo in cui hanno dominato i mondi della pubblicità online, della ricerca, dell’e-commerce e i mercati delle app risultando, di fatti, scorrette per quanto riguarda la libera concorrenza.

Siamo quindi arrivati al punto che tutti gli stati del mondo si rendono conto che il potere tecnologico è troppo pervasivo ma, allo stato attuale delle cose, non c’è coordinamento nella ricerca di soluzioni. Intanto alle grandi aziende la richiesta è quella di moderare maggiormente i contenuti che vengono pubblicati – soprattutto quelli nocivi o che incitano all’odio – e le cui conseguenze possono riversarsi anche nel mondo offline.

Tutto il mondo si sta adoperando

«Non ha precedenti vedere questo tipo di lotta parallela a livello globale», ha detto Daniel Crane (professore di diritto presso l’Università del Michigan ed esperto di antitrust), riporta il NYT. E in effetti le azioni, seppure non coordinate, stanno avendo luogo in tutto il mondo. La Commissione europea sta agendo per regolamentare e limitare l’azione e il potere dell’intelligenza artificiale, soprattutto nell’ambito della privacy. Su questo fronte la preoccupazione è tanta anche negli Stati Uniti e sia Usa che Europa si stanno adoperando nell’ambito dell’antitrust e della diffusione della disinformazione quando si tratta di piattaforme social.

Anche in Russia e in Cina si contrasta il potere delle grande aziende tecnologiche, anche se su fronti diversi. In Cina ai problemi rilevati dagli stati occidentali si aggiunge l’intento di mettere a tacere le proteste degli oppositori mentre per la Russia si tratta solo di quest’ultimo punto, allo scopo di rafforzare il potere politico. L’Australia è arrivata ad approvare una legge per obbligare Google e Facebook a pagare gli editori per le notizie e in Gran Bretagna sta venendo alla luce un organo che regolamenti e sorvegli l’industria tecnologica.

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