Coronavirus, Moles: «Sulle fake news serve autoregolamentazione»

Le parole del sottosegretario alla Presidenza con delega all'editoria, Rocco Giuseppe Moles

24/04/2021 di Redazione

«Durante il primo anno di pandemia abbiamo assistito alla supremazia assoluta della comunicazione sull’informazione. Io direi sulla corretta informazione». È quanto ha detto il sottosegretario alla Presidenza con delega all’editoria, Rocco Giuseppe Moles, intervenendo alla presentazione del primo Rapporto Ital Communications-Censis, “Disinformazione e fake news durante la pandemia: il ruolo delle agenzie di comunicazione”. «Con il mondo del web e con Internet tutto ciò che da noi è considerato fake news, spesso diventa credibile. È un circuito vizioso che si autoalimenta e aggiunge informazioni che sembrano essere a conferma, nonostante non si sappia dove nascano, chi l’abbia raccolte e rilanciate», ha detto ancora il sottosegretario.

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Il ruolo delle piattaforme social, ancor più con l’emergenza pandemica, «pone una serie di questioni giuridiche, tecnologiche e sociali, oltre che di rischi per tutte le democrazie. È di iniziativa parlamentare la creazione di una commissione di inchiesta sulle fake news. Io però sostengo la necessità, soprattutto oggi, che ci sia da parte di tutti gli operatori del settore, nessuno escluso, una forma di autoregolamentazione. Che può avvenire grazie alla professionalità dei singoli e che a sua volta passa anche attraverso una sorta di incentivo a questo tipo di formazione e di professionalità. Il ruolo dei comunicatori anche in questo caso è fondamentale per garantire il diritto dei cittadini a essere correttamente informati, in modo chiaro e autorevole, direi quasi certificato».

Quanto all’Italia nel periodo della pandemia, ha rilanciato Moles, «la predominanza della comunicazione, spesso comunicazione politica e propagandistica più che istituzionale, ha determinato per lungo periodo l’assoluta e totale incertezza dei cittadini e dall’incertezza si è passati allo sgomento. Anche io da cittadino ho subito questa confusione. Lo dico brutalmente: non si sapeva più a chi credere». Oggi, ha concluso, «un primo passo avanti si è fatto con il nuovo tipo di comunicazione attuata da questo Governo. Siamo passati dalle conferenze stampa via social in orari prestabiliti, senza confronto, a un’informazione più chiara e concreta. In molti consigliano al presidente Draghi di fare un pò più di comunicazione e quindi di informazione. Credo che pian piano, a prescindere dalla natura caratteriale del presidente Draghi, si andrà verso questa direzione».

[CREDIT PHOTO: ITALY PHOTO PRESS]

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