Gli investimenti di Microsoft in OpenAI nel mirino della Commissione UE

Si vuole valutare eventuali violazioni del Regolamento europeo sulle concentrazioni. E non è la prima volta che quei miliardi investiti dall'azienda di Redmond in quella di San Francisco finiscono nel mirino delle autorità

10/01/2024 di Enzo Boldi

Uno scarno comunicato stampa, in cui si parla – in linea generale – di concorrenza all’interno del mercato legato allo sviluppo di strumenti di intelligenza artificiale. Poi un piccolissimo focus, senza molte specifiche, sugli investimenti miliardari che Microsoft ha effettuato in favore di OpenAI nel corso dei precedenti mesi. Così la Commissione UE ha annunciato l’apertura di una verifica (non siamo ancora nella fase dell’indagine o dell’apertura di una procedura) sui rapporti commerciali e aziendali tra le due realtà americane.

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L’annuncio è arrivato nel pomeriggio di ieri, martedì 9 gennaio 2024, all’interno di in comunicato stampa in cui si parla di “inviti a presentare contributi sulla concorrenza nei mondi virtuali e sull’intelligenza artificiale generativa”, sottolineando – poi – un focus specifico sul caso Microsoft-OpenAI.

«La Commissione Europea sta verificando se l’investimento di Microsoft in OpenAI potrebbe essere rivedibile ai sensi del regolamento UE sulle concentrazioni». 

Poco più di una riga che, però, al suo interno contiene una serie di indicazioni che sono il simbolo delle possibili violazioni che si potrebbero riscontrare nell’investimento da oltre 10 miliardi di dollari.

Microsoft-OpenAI, l’indagine della UE sugli investimenti

Si fa un chiaro riferimento al Regolamento UE sulle concentrazioni, aggiornato e rimodulato (rispetto alla prima versione datata 2004) il 20 aprile del 2023. All’interno del testo, c’è un focus sulle “fusioni”, proprio per evitare che alcuni comportamenti “imprenditoriali” (vedi cospicui investimenti) siano utilizzati in modo tale da celare una reale fusione tra due aziende. Insomma, si vietano investimenti tra due realtà che, in realtà non sono altro che dinamiche potenzialmente anti-concorrenziali. E, in quella direzione, non sono un caso le parole di Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva responsabile della politica di concorrenza:

«È fondamentale che questi nuovi mercati rimangano competitivi e che nulla ostacoli la crescita delle aziende e la fornitura dei prodotti migliori e più innovativi ai consumatori. Invitiamo aziende ed esperti a parlarci di eventuali problemi di concorrenza che potrebbero percepire in questi settori, monitorando allo stesso tempo da vicino le partnership sull’intelligenza artificiale per garantire che non distorcano indebitamente le dinamiche del mercato». 

In sintesi: per questo è necessaria una verifica sugli investimenti e sulla partnership tra Microsoft e OpenAI.

I precedenti

Anche perché, solo qualche settimana fa era stata l’Autorità per la concorrenza e i mercati (CMA) del Regno Unito ad accendere un faro sugli accordi tra le due aziende. Una luce necessaria anche dopo quel che era successo nella seconda metà di novembre, con il licenziamento e poi il reintegro di Sam Altman in OpenAI. Lui e altri dipendenti dell’azienda di San Francisco, avevano trovato (subito dopo l’allontanamento) trovato un accordo lavorativo con Microsoft. Poi, a caso rientrato, tutto è tornato in “ordine”. Già da lì, però, sono cresciuti i sospetti su una partnership piuttosto profonda tra le due aziende americane.

 

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