Meta smette di pagare gli editori di news negli Stati Uniti

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Dopo lunghe trattative e accordi presenti, futuri e futuribili, il clamoroso passo indietro

Mesi e mesi di trattative, indicazioni sulla proprietà intellettuale (economicamente riconosciuta) di un contenuto editoriale pubblicato sulle piattaforme social. Poi, dopo piani triennali scritti e sottoscritti, il colpo di scena sotto forma del più classico dei passi indietro: Meta non pagherà più gli editori per le loro news negli Stati Uniti. Un cambio di linea che, ovviamente, è destinato – ancora una volta – a rivoluzionare il mondo dell’informazione. Perché quel terreno che sembrava essere fertile, ora si sta inaridendo. In assenza di (soldi) liquidi.



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La notizia è stata riportata a Axios che, dopo aver ricevuto questa indiscrezione, ha contattato un portavoce di Meta che – di fatto – ha confermato in toto il cambio di intenzioni da parte dell’azienda che cura Facebook (ma anche Instagram e WhatsApp): «Molto è cambiato da quando abbiamo firmato accordi tre anni fa per testare l’introduzione di ulteriori collegamenti di notizie a Facebook News negli Stati Uniti. La maggior parte delle persone non viene su Facebook per le notizie e come azienda non ha senso investire eccessivamente in aree che non sono in linea con le preferenze degli utenti». In sintesi, dunque, secondo Menlo Park sono gli utenti a non preferire più le notizie sui social e non gli algoritmi di indicizzazione.



Meta smette di pagare gli editori di news negli Stati Uniti

E questa decisione arriva proprio mentre continua la forte pressione in molti Paesi (ma anche all’interno di istituzioni centrali, come l’Unione Europea) su una normativa per riconoscere il pagamento agli editori di news da parte delle azione tecnologiche che ospitano questi contenuti sulle proprie piattaforme. Una regolamentazione che, allo stato attuale, è molto disomogenea (con Canada e Australia ad aver mosso i passi più concreti), anche se il principio alla base di tutto – universalmente parlando – è sempre lo stesso: pagare per le notizie.

Quali saranno i prossimi passi?

E la strada sembra segnata, anche prendendo in considerazione le ultime novità annunciate da Facebook negli ultimi mesi: le notizie in forma testuale (quindi i link che rimandano a contenuti pubblicati sui quotidiani online sotto forma di link e indicizzati sui social nella sezione “notizie”) rappresentano il passato. Almeno per Meta. Il futuro, invece, si chiama “video”. Perché, anche per inseguire i trend TikTok (nell’ormai consolidata dinamica di social network che si rincorrono e tentano di offrire all’utente un’esperienza analoga, anche se su piattaforme differenti), Facebook sta puntando tutto verso i contenuti visuali. Anche per quel che riguarda le news.



(Foto IPP/ Alex Edelman)