I messaggi di Anastasiya a Luca Sacchi: «Da sola dovrei fare la prostituta per mantenermi»

19/05/2020 di Redazione

Emergono nuovi dettagli sul contesto che ha portato all’omicidio di Luca Sacchi il 23 ottobre scorso nel quartiere Appio Latino di Roma. Dopo la prima giornata del processo che si è svolta nella giornata del 18 maggio, sono stati portati all’attenzione dei giudici anche alcuni messaggi che Anastasiya Kylemnyk si era scambiata con il proprio fidanzato Luca Sacchi nei giorni precedenti al delitto.

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Messaggi Anastasiya a Luca Sacchi e il suo desiderio di indipendenza

Da questi scambi, anche piuttosto lunghi, si evincevano due cose. La prima è che il giovane morto nell’agguato la sera del 23 ottobre probabilmente era a conoscenza della compravendita di droga che si stava portando avanti e che vedeva coinvolta la sua fidanzata. Tanto da scriverle: «Amo’, attieniti ai piani, se scopro che hai fatto le cose senza di me…». Questo messaggio è stato inviato da Luca Sacchi circa 15 giorni prima rispetto al delitto.

Ma le ragioni che avrebbero portato Anastasiya a compromettersi con questo giro di spaccio risalgono ai mesi precedenti, quando la ragazza aveva iniziato a frequentare ormai stabilmente la casa della famiglia Sacchi, dalla quale era stata accolta ‘come una figlia’. La ragazza sembra essere consapevole di questa situazione, così come sembra non sopportare più il peso di dover dipendere da qualcuno, anche dal punto di vista economico.

Anastasiya voleva indipendenza e questo passaggio con il fidanzato Luca Sacchi lo testimonia: «Amore, io se sto a casa mia, lascia sta che tantissimo sono stata da te, anzi sempre negli ultimi tempi, io un altro anno a casa con loro in questo spazio minuscolo mi vergognerei, devo ancora a 26 anni rientrare in silenzio a casa e non potermi lavare bene perché sennò sveglio qualcuno. Lu non è che ero diversa, è che se tu mi avessi detti di andare a vivere insieme io e te ci andavamo già due anni fa per me, ma io sto sempre qua a spera’ che qualche amica mia me lo proponga ma te ne rendi conto? E tu a dirmi sempre la stessa cosa: ” “Sì, Amo’, ma io sto bene a casa” e io no e da sola dovrei fare la prostituta per mantenermi, ma dai (mi pari matta, le aveva scritto poco prima Luca Sacchi, ndr), sono solo stufa, amo».

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