Dal Mes flessibile ai pacchetti da 1000 miliardi: cosa prevede l’accordo dell’Eurogruppo

10/04/2020 di Enzo Boldi

Dopo l’ennesima riunione fiume, l’Eurogruppo ha trovato l’accordo per le misure finanziarie per la gestione della crisi sanitaria ed economica legata al Coronavirus in Europa. Ora la palla passerà nelle mani dei leader europei che dovranno sancire l’accordo. Non ci sono i cosiddetti eurobond, c’è un Mes flessibile (e su richiesta di ogni singolo Paese) con i paletti allentati rispetto a quanto chiesto nelle settimane scorse soprattutto dall’Olanda, c’è il Sure (il fondo per la cassa integrazione, ci sono gli aiuti da parte della Banca Europei per gli investimenti e si creerà un fondo finanziato con le obbligazioni congiunte.

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«Si è passati da un documento con un’unica proposta, il MES con condizionalità leggere, a un pacchetto di quattro proposte che include 200 miliardi della Bei per le imprese, 100 miliardi che attraverso il nuovo programma SURE contribuiranno a finanziare la cassa integrazione e la proposta italo-francese di un grande Fondo per la Ripresa alimentato dall’emissione di debito comune europeo – scrive il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri -. Inoltre, ai paesi che vorranno farvi ricorso, sarà possibile accedere a una nuova linea di credito dedicata unicamente all’emergenza sanitaria, che sarà totalmente priva di ogni condizionalità presente e futura».

Mes flessibile e fondi per rilanciare l’economia: l’accordo nell’Eurogruppo

Il capitolo più delicato, che ha dato il via a un vero e proprio bombardamento social contro Gualtieri e Giuseppe Conte (con la fronda guidata dalla Lega), riguarda proprio il Mes. Il Meccanismo Europeo di Stabilità rimane al centro di questo pacchetti di aiuti, seppur con una forma differente: più flessibile e con una formula che prevede meno paletti per chi decide di richiederlo. Tra i vincoli c’è anche quello della richiesta solamente per gestire la crisi sanitaria.

Gli strumenti anti-crisi

Il Mes flessibile può essere attivato su richiesta di ogni singolo Paese e prevede l’accesso a un finanziamento pari al 2% del Pil. L’Italia, qualora dovesse decidere di richiederlo, dovrebbe ricevere una cifra pari a circa 36 miliardi di euro. Poi c’è la possibilità di chiedere fondi alla Bei e usufruire del Sure per la cassa integrazione.

(foto di copertina: da pagina Facebook di Roberto Gualtieri)

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