Come Salvini fa propaganda non spiegando che il Mes debba passare per il nostro Parlamento

24/04/2020 di Enzo Boldi

Oltre 7500 condivisioni di quel post che dice nulla facendo intendere di dire tutto. Matteo Salvini, dopo la conferenza stampa di giovedì sera in cui Giuseppe Conte ha parlato delle decisioni prese dal Consiglio Europeo sulle misure economiche adottabili per la gestione dell’emergenza sanitaria, si è scagliato – ancora una volta – contro il presidente del Consiglio. Il leader della Lega parla del Mes approvato da Conte, omettendo dettagli che, di fatto, smontano i suoi stessi proclami sovranisti. Proviamo a fare un po’ di chiarezza.

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«Approvato il MES, una drammatica ipoteca sul futuro dell’Italia e dei nostri figli – scrive Matteo Salvini su Facebook -. Di tutto il resto, come il Recovery Fund, si parlerà solo più avanti, ma già si delinea una dipendenza perenne da Berlino e Bruxelles. Sconfitta, fallimento, disfatta, oltretutto avendo impedito al Parlamento di votare, violando la legge. Le promesse del governo di non usare il MES? Gli impegni, gli attacchi, le promesse di Conte? Erano solo fake news. Ladri. Ladri di Futuro, di Democrazia, di Libertà. Noi ci siamo e non ci arrendiamo, viva l’Italia libera e sovrana!». 

Mes approvato da Conte, il non detto di Salvini

Una cosa è vera: giovedì il Consiglio Europeo ha stabilito che Mes, Bei e Sure potranno essere utilizzati dagli Stati Membri che lo richiederanno. Così come sono stati posti i paletti per l’istituzione del Recovery fund. La parola chiave è quel ‘potranno’. Ogni singolo governo, infatti, potrebbe accedere al Fondo salva-Stati (o Meccanismo Europeo di Stabilità) che è stato ‘approvato’ dai 27 capi di stato e di governo.

Ma come funzionerà?

Quel che Salvini non scrive, nella sua accusa del Mes approvato da Conte, è che il governo italiano non potrà svegliarsi una mattina e decidere di attingere a quei 36 miliardi (senza condizionalità) autonomamente. Infatti, dovrà accadere quel che lo stesso leader della Lega chiede da tempo: serve un lungo iter parlamentare con i passaggi tra Camera dei deputati e Senato della Repubblica che dovranno votare a maggioranza l’utilizzo di quei fondi. Insomma, il Mes è nelle mani del Parlamento italiano, dove siede anche il senatore Matteo Salvini che potrà votare il proprio no.

(foto di copertina: da profilo Facebook di Matteo Salvini)

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