Meloni sui decreti sicurezza: «Il governo ha agito col calar delle tenebre»

No, non c'è stata nessuna sorpresa

06/10/2020 di Gianmichele Laino

Il fatto di contestare la modalità di approvazione di un provvedimento da parte del consiglio dei ministri sta assumendo dei contorni paradossali. Giorgia Meloni sui decreti sicurezza modificati dall’attuale esecutivo rispetto al sistema legislativo messo in piedi dal governo Conte 1 con Matteo Salvini ministro dell’Interno, oltre a dichiararsi contraria, ha anche messo la pulce dell’orecchio di un consiglio dei ministri che ha agito col «calar delle tenebre». Come se fosse sintomo di chissà che operazione segreta.

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Meloni sui decreti sicurezza: «Cambiati col calar delle tenebre»

Ecco il testo del post con cui Giorgia Meloni ha accolto la notizia della modifica dei decreti sicurezza: «Col calar delle tenebre Giuseppe 2 e il suo governo hanno smantellato i decreti sicurezza e immigrazione del loro più grande nemico: il Giuseppe 1. Varato un decreto che spalanca le porte all’immigrazione illegale di massa e che concede la protezione umanitaria a chiunque».

Ora, se è vero che il provvedimento – di fatto – modifica un’impostazione che il presidente del Consiglio aveva avallato nel suo precedente esecutivo con una maggioranza diversa, non si capisce bene quale possa essere il senso di mettere in evidenza che i decreti sicurezza siano stati cambiati «col calare delle tenebre». Il consiglio dei ministri non ha affatto orari, innanzitutto.

Meloni sui decreti sicurezza, ecco perché il consiglio dei ministri notturno non cambia nulla

Approvare un provvedimento nel giro di una riunione – che questa sia avvenuta di notte o di giorno, poco importa – è prassi consolidata da parte di ogni esecutivo. Nel caso di specie, inoltre, la modifica ai decreti sicurezza è stata anticipata da mesi: prima della pandemia già si discuteva di come cambiarli.  Addirittura nel mese di luglio, poi, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese aveva dato notizia di modifiche allo studio del governo per modificare sostanzialmente i punti dei decreti sicurezza che, attraverso un comunicato stampa, Palazzo Chigi ha evidenziato.

Inoltre, la modifica dei decreti sicurezza attraverso un altro decreto legge non esaurisce qui l’iter per il cambiamento delle norme che regolano l’immigrazione, l’accoglienza, ma anche alcuni aspetti di delinquenza comune come il traffico di droga. Come per ogni decreto legge, infatti, il parlamento ha tempo 60 giorni per convertirli in legge. E la discussione, a quel punto, non avverrà con il calar delle tenebre, ma con una dialettica che, immaginiamo, sarà anche piuttosto aspra.

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