L’elenco delle modifiche di Lamorgese ai decreti sicurezza: il ritorno al passato

Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha messo mano ai decreti sicurezza. E pare che sia la volta buona per modificarli, dopo aver inanellato una priorità dietro l’altra (la finanziaria e le elezioni in Emilia-Romagna). È il segnale di discontinuità che si chiedeva a questo governo, rispetto all’esecutivo gialloverde con Matteo Salvini ministro dell’Interno. Tuttavia, è un segnale piuttosto debole che, a quanto pare, punta a entrare nel solco di quello che c’era prima del leader della Lega, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei migranti. Insomma, un ritorno al passato che è pur sempre un superamento dei decreti sicurezza, ma che non ha quel coraggio che servirebbe in questa fase. Probabile che le condizioni politiche, attualmente, non sussistano, con il governo sempre in bilico e sempre sul punto di aprire una crisi.

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Decreti sicurezza, le modifiche proposte da Lamorgese

Fatto sta che la modifica dei decreti sicurezza è pronta ad arrivare su un tavolo interministeriale, preludio di una votazione in consiglio dei ministri. Un esempio di quanto Luciana Lamorgese sia stata conservativa? Le multe alle ong. Se è vero che verranno eliminati quegli spropositi richiesti dal leader della Lega (fino a un milione di multa per chi salvava vite umane in mare), è altrettanto vero che Lamorgese preferisce tornare al passato e non superare una volta per tutte le sanzioni. Pertanto, le sanzioni saranno quelle originarie, tra i 10mila e i 50mila euro.

Una cifra che resta comunque impegnativa per ong che, per definizione, non hanno scopi di lucro e che, per salvare vite umane, hanno bisogno di finanziare delle costose missioni nel Mediterraneo. Almeno, da questo punto di vista (ma anche qui si tratta di un ritorno al passato), si elimina il sequestro preventivo delle navi entrate in acque italiane senza autorizzazioni. Semplicemente, perché queste autorizzazioni verranno accordate e non, come ai tempi di Salvini, continuamente negate quasi per sfida.

Il ritorno al passato sui decreti sicurezza

Le altre misure sono state anticipate questa mattina dal quotidiano La Repubblica. Ritorno al passato anche per quanto riguarda la gestione dei permessi umanitari – che torneranno a mettere in regola i migranti – e per i tempi per ottenere la cittadinanza. Per le persone sposate con un nostro concittadino o per i nati in Italia al compimento del 18esimo anno d’età, i tempi per le pratiche burocratiche torneranno a essere di due anni, in luogo dei quattro previsti dai decreti sicurezza.

Insomma, la mossa coraggiosa sarebbe stata quella di introdurre lo ius soli. Ma con una maggioranza così debole e così precaria non si può forzare la mano. Il ritorno ai tempi pre-Salvini è il massimo che la Lamorgese abbia potuto ottenere. Inoltre, i richiedenti asilo potranno tornare a iscriversi nelle anagrafi comunali per poter ottenere il diritto alla sanità pubblica e alla gestione dei propri averi.

 

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