Elezioni in Sardegna, Gasparri chiede alla Rai di farsi restituire i soldi per gli exit poll

25/02/2019 di Enzo Boldi

I risultati finali delle elezioni Regionali in Sardegna sono ancora lontani dall’essere ufficializzati dato che, alle 16 di lunedì 25 febbraio, sono state scrutinate meno del 50% delle sezioni. I dati, però, sembrano regalare una netta affermazione al candidato del Centrodestra Christian Solinas, che ha staccato nettamente quello del Centrosinistra Massimo Zedda e – ancor di più – quello del Movimento 5 Stelle Francesco Desogus. Numeri che smentiscono, di fatto, i primi exit poll e, come spesso capita in queste occasioni, arrivano le polemiche sull’efficacia di questi sondaggi. Per questo motivo il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri lancia una provocazione rivolta alla televisione pubblica.

«Noi del centrodestra vinceremo per 7/8 punti – ha commentato Maurizio Gasparri leggendo i primi risultati (parziali) che arrivano dalla Sardegna -. La Rai dovrebbe disdire il contratto con quelli che fanno gli exit poll: si faccia ridare i soldi che ha dato al pool di sondaggisti, che aveva detto sarebbe stato un testa, sono stati soldi buttati». Una polemica che torna, come un cavallo di battaglia, quasi a ogni tornata elettorale dove spesso e volentieri i risultati finali non rispecchiano quelli dei sondaggi proposti e condivisi dai media nei minuti successivi alla chiusura dei seggi.

Maurizio Gasparri contro gli exit poll e i soldi pubblici buttati

A leggere i numeri dopo lo scrutinio di oltre 500 sezioni su 1840, infatti, il Centrodestra con Solinas si è avvicinato al 50% delle preferenze dei cittadini sardi e il testa a testa paventato dagli exit poll è un lontano ricordo. La distanza è talmente ampia che il recupero del candidato del Centrosinistra Zedda è più che un’utopia.

Oltre alla vecchia divisione tra destra e sinistra, c’è da analizzare il crollo verticale del Movimento 5 Stelle che per la prima volta nella sua storia si è candidato alla poltrona della Regione Sardegna. Luigi Di Maio sottolinea l’importanza di essere dentro al consiglio regionale, ma il calo dei consensi rispetto alle ultime politiche è evidente, come mostrato dal 10% (o poco più) ottenuto da Francesco Desogus. Ma c’è chi sembra non essersi accorto di questo, come denuncia il deputato Pd Michele Anzaldi.

 

Il servizio del Tg1 che celebra il successo del M5S in Sardegna

Nel corso del Tg1 andato in onda su Rai1 alle 13.30, infatti, il crollo verticale del Movimento di Luigi Di Maio sembra esser stato trattato con i guanti, sottolineando solamente il dato positivo dell’essere entrati per la prima volta all’interno del consiglio regionale della Sardegna. Non si enfatizzano i numeri della caduta rispetto alle scorse elezioni politiche del 4 marzo 2018, ma quasi si incensa il successo dei Cinque Stelle. Cosa che, come appare evidente, non è avvenuto. Dopo 600 sezioni scrutinate, il M5S non è il primo partito. In testa c’è il Pd, poi la Lega e al terzo posto (con il 9,5%) ci sono i grillini.

(foto di copertina: ANSA/ETTORE FERRARI)

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