Matteo Orfini scrive che il rinnovo degli accordi con la Libia sono una delle pagine più vergognose della storia del Pd

02/02/2020 di Redazione

Il memorandum Italia-Libia è stato tacitamente rinnovato il 2 febbraio 2020. Si tratta di quell’accordo tra il nostro Paese e lo stato nordafricano che permette all’Italia di inviare supporto, sia di mezzi sia logistico, alle autorità che gestiscono il fenomeno dell’immigrazione che parte dalle coste libiche. Questi accordi, che stando alla sinistra italiana dovevano essere modificati come segnale di discontinuità rispetto al governo Lega-M5S, sono invece stati rinnovati alla loro scadenza naturale del 2 febbraio. I primi accordi avevano una durata triennale (sono stati siglati nel 2017) e, alla loro prima scadenza, sarebbero stati rinnovati per un periodo equivalente. Una delle voci più critiche nei confronti di questo rinnovo è quella di Matteo Orfini, già presidente del Partito Democratico.

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Matteo Orfini critica gli accordi con la Libia

«Ho perso. Abbiamo perso. Gli accordi con la Libia saranno rinnovati così come sono, senza alcuna modifica.Nonostante le denunce, nonostante le inchieste, nonostante le Nazioni Unite abbiano deciso di abbandonare la Libia perché troppo pericolosa, nonostante l’Europa ci chieda di smetterla di collaborare con una banda di trafficanti che pudicamente chiamiamo guardia costiera libica».

Matteo Orfini è stato uno dei rappresentanti del Partito Democratico che si è battuto maggiormente, all’interno del fronte dem, per la lotta alle ingiustificate politiche contro l’immigrazione. Fu uno dei deputati che riuscì a salire sulla Open Arms prima che questa entrasse in porto con la manovra di Carola Rackete. Matteo Orfini ha vissuto il rinnovo degli accordi con la Libia, molto spesso considerato un patto con chi gestisce la tratta dell’immigrazione clandestina, come una sconfitta personale e come una delle pagine più vergognose della storia del Partito Democratico.

«Quegli accordi sono una delle pagine più tristi della storia italiana, sicuramente la più triste e vergognosa di quella del mio partito che quegli accordi volle allora e non ha voluto cambiare oggi. È un momento di grande amarezza, ma abbiamo il dovere di non rassegnarci e continuare a provare a cambiare le cose. Anche se sembra impossibile. Anzi, soprattutto perché sembra impossibile».

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