«Mattarella mi fa schifo»: indagato per vilipendio il deputato leghista Vito Comencini

«Mattarella mi fa schifo! È un presidente che se ne frega del 34 per cento degli italiani». È questa la frase che il deputato veronese della Lega Vito Comencini aveva pronunciato durante l’Assemblea generale della Lega dei Giovani a Pontida lo scorso 15 settembre. Parole quelle rivolte contro il Presidente della Repubblica che fin da subito avevano destato scalpore. A distanza di circa due settimane arriva la notizia dell’apertura di un’inchiesta giudiziaria nei confronti di Comencini.

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Il procuratore di Verona: «Comencini indagato per vilipendio»

È stata il procuratore di Verona Angela Barbaglio ad annunciare l’apertura di un’inchiesta: «Ho provveduto ad aprire un fascicolo per vilipendio al Presidente della Repubblica nei confronti del parlamentare. Si trattava di un atto dovuto a seguito di un esposto e ho già trasmesso per competenza territoriale gli atti dell’indagine ai colleghi della Procura di Bergamo. Starà a loro decidere come procedere», ha dichiarato Barbaglio, come riportato dal quotidiano Corriere del Veneto.

Le reazioni. Salvini: «Toni sbagliati». Comencini: «Pronto a scusarmi»

Già dopo il polverone mediatico che avevano suscitato le parole di Comencini, era stato lo stesso deputato leghista a rivedere i toni: «Se il presidente dirà di essersi sentito offeso o se qualcuno dimostrerà che l’ho insultato, sono pronto a chiedere scusa. Sono stati toni sbagliati ma ritengo legittimo poter esercitare il mio diritto di cronaca. Non era mia intenzione insultare Mattarella». Gli ha fatto eco Matteo Salvini, che dal palco di Pontida aveva preso le distanze: «Sono toni sbagliati. Sono convinto che si debba mantenere il rispetto, ma la maggioranza degli italiani si sente tradita e presa in giro», ha detto l’ex ministro dell’Interno.

Cosa rischia Vito Comencini

L’inchiesta giudiziaria, aperta in seguito alla deposizione di una notizia di reato da parte dell’esponente del Movimento Nonviolento Mao Valpiana, sarà valutata attentamente dalla magistratura. In base all’articolo 278 del codice penale, «chiunque offende l’onore o il prestigio del Presidente della Repubblica è punito con la reclusione da 1 a 5 anni». Staremo a vedere.

[CREDIT PHOTO: ANSA/MASSIMO PERCOSSI]

 

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