Assegnata la scorta a Massimo Giletti

Il conduttore era stato minacciato dal boss Graviano

10/08/2020 di Enzo Boldi

Da due settimane vive sotto scorta. Il Viminale, dopo la notizia delle minacce ricevute dal boss mafioso Filippo Graviano, ha deciso di assegnare un servizio di tutela nei confronti di Massimo Giletti. Il giornalista e conduttore di Non è L’Arena (su La7) aveva svelato in anteprima i nomi dei 300 mafiosi che avevano usufruito dell’emergenza Covid per essere scarcerati. E la sera della diretta (era il 10 maggio scorso), molti boss mafiosi erano davanti alla televisione, secondo quanto riporta il Gom, il gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria. E da lì arrivarono quelle parole nei confronti sia del conduttore che del pm Nino Di Matteo.

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Le minacce, intercettate proprio dal Gom, erano state pubblicate dal giornalista Lirio Abate nel libro dal titolo: ‘U siccu. Matteo Messina Denaro: l’ultimo dei capi’». E proprio tra le pagine di quel testo erano emerse una serie di intercettazioni tra alcuni boss mafiosi che sono diventate di pubblico dominio solo dopo la pubblicazione. Ed è questo uno degli aspetti sottolineati dallo stesso Massimo Giletti, raggiunto telefonicamente da Il Corriere della Sera.

Massimo Giletti sotto scorta dopo le minacce del boss Graviano

«Sono molto dispiaciuto e non posso dire molto. È obbligatorio, non posso sottrarmi – ha detto il giornalista e conduttore raggiunto al Corriere -. Solo noto che questo provvedimento della scorta arriva dopo che un quotidiano nazionale ha riportato le parole del libro di Lirio Abate. Perché hanno preso questo provvedimento solo dopo che la notizia è stata pubblicata da un giornale?». La decisione di assegnare la scorta a Massimo Giletti è arrivata due settimane fa, a oltre due mesi e mezzo da quella lista dei 300 mafiosi scarcerati letta in diretta a Non è L’Arena.

(foto di copertina: da Non è L’Arena, La7)

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