Giletti sulle minacce del boss mafioso Graviano: «L’ho appreso oggi dai giornali, è grave»

Massimo Giletti è stato minacciato insieme al magistrato Di Matteo da Filippo Graviano, boss palermitano della Mafia, in occasione di una puntata di Non è l’arena dello scorso maggio. La minaccia è stata fatta dal boss affinché gli agenti del Gom (reparto mobile della polizia penitenziaria) sentissero con precisione le parole: «Quell’uomo… di Giletti e quel… Di Matteo stanno scassando la minchia». Non sono parole velate quelle del boss incriminato per le stragi di Roma, Milano e Firenze del ’92 e del ’93. Eppure il diretto interessato le apprende solo ora.

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Le minacce di Graviano a Giletti: «Chi fa questo lavoro lo deve mettere in preventivo»

Intervistato dal Corriere della Sera, Giletti ha detto che chi fa il giornalista e tratta determinate tematiche «deve mettere in preventivo che possano succedere certe cose». Soprattutto considerato che a Non è l’arena « non ci chiediamo se Meghan Markle debba fare il bagno a Milano Marittima o a Forte dei Marmi». Il lavoro del reporter «se lo fai bene ha una quota di rischio alta». Non è spaventato più di tanto per le minacce ricevute, Giletti, ma è sicuramente deluso da Stato e istituzioni, che sapevano delle minacce ma non glielo hanno comunicato.

«Apprendo informazioni così delicate da un giornale»

Giletti ha sottolineato la gravità della questione: «Quelli degli agenti del Gom sono ascolti che risalgono a maggio, ora siamo a luglio: non mi pare proprio normale che io non ne abbia saputo nulla. Quello che è grave è apprendere informazioni così delicate da un giornale piuttosto che dallo Stato e dalle istituzioni competenti». L’appello è quello a una «maggiore attenzione da parte di chi ha sulla sua scrivania questo tipo di informazioni. In questa storia quello che pesa è per l’ennesima volta il silenzio delle istituzioni competenti»

«Mi amareggia molto l’assenza delle istituzioni»

«Mi sarei aspettato di essere avvisato, non di leggerlo su un giornale»: queste le parole amareggiate di Giletti, che vi ha tenuto a far notare la totale assenza dello Stato in questa situazione, considerato che le minacce sono state registrate dalla polizia penitenziaria e – prima di arrivare all’orecchio del diretto interessato – sono entrate a far parte del libro-inchiesta di Lirio Abbate, vicedirettore dell’Espresso, anticipato prima dell’uscita da Repubblica. L’inchiesta per cui Giletti ha ricevuto minacce ha sortito l’indesiderato effetto – per la Mafia – di impedire a molti mafiosi di tornare a casa.

 

 

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