Mark Zuckerberg non sarà chiamato a deporre in Aula per lo scandalo di Cambridge Analytica

A differenza di quanto trapelato verso fine luglio, Zuckerberg non dovrà deporre relativamente allo scandalo Cambridge Analytica

27/08/2022 di Ilaria Roncone

Marcia indietro, dunque: Mark Zuckerberg non sarà interrogato nell’ambito del processo per lo scandalo di Cambridge Analytica. Era il 2018 quando emersero una serie di storture e di violazioni nella gestione dei dati di di 87 milioni di utenti nel mondo (solo l’altro giorno il Brasile ha inflitto a Facebook una multa salata proprio per questa ragione) nell’ambito delle elezioni presidenziali Usa del 2016. L’accusa? Facebook avrebbe condiviso illegalmente i dati degli utenti con terze parti e che non avrebbe protetto in maniera adeguata questi dati dagli abusi di persone malintenzionate. In particolare, lo scandalo riguardava Cambridge Analytica, società assunta da Trump nel corso delle presidenziali che ha così potuto fare data scarping da milioni di profili Facebook.

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Niente processo a Mark Zuckerberg per Cambridge Analytica

Erano pronti a deporre, Mark Zuckerberg e Sheryl Sandberg (ex direttrice operativa di Facebook) – che avrebbero dovuto presentarsi e giurare davanti al tribunale entro il 20 settembre -, ma ora non dovranno più farlo. La notizia è stata lanciata da Reuters e, ora, sta facendo il giro del mondo: si tratta del frutto della pubblicazione di un documento del tribunale che rivela come le parti in causa abbiano raggiunto un accordo, arrivando a sospendere la questione per 60 giorno per metterlo nero su bianco.

Nel documento – pubblicato anche su The Verge – non vengono rese note le ragioni e i termini dell’accordo raggiunto. Dalle due parti non sono arrivati commenti, con Meta che si rifiuta di far parlare un portavoce e gli avvocati dei querelanti che ancora non hanno risposto alle richieste dei giornali. Nella serata di ieri Zuckerberg si è recato da Joe Rogan – ospite del celebre format The Joe Rogan Experience – per parlare di moderazione dei contenuti sulle piattaforme di Meta nel momento in cui – anche negli Stati Uniti – ci si avvicina a elezioni importanti come quelle di metà mandato.

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