Ha fumato marjuana: slitta la doppia cittadinanza per Neil Young

È uno dei cantautori che ha fatto la storia del folk americano, ma in molti (non certo i fans) non sanno che Neil Young è in realtà canadese. Pur vivendo da tempo immemore in California, il cantautore si è sempre dichiarato fiero della sua nazionalità, come ha recentemente dichiarato a un’intervista per il Los Angeles Times: «Sono ancora canadese, nessuno mi porterà via questa identità. Ma vivo negli Usa, pago le tasse qui, la mia bella famiglia è di qui -sono tutti americani- quindi voglio che la mia opinione conti». E l’opinione, a cui il cantautore si riferisce è quella elettorale. Neil Young è da sempre uno strenuo oppositore di Donald Trump, al cui negò l’utilizzo della sua hit “Rockin’ in the Free World” durante le presidenziali e che criticò aspramente durante la serie di incendi che la scorsa estate sconvolsero la California e che costarono al cantautore anche la sua abitazione. La cittadinanza è quindi, per il cantautore, uno strumento indispensabile per votare negli States e opporsi al Presidente americano.

La marjuana e la sincerità del cantautore

Sembra però che le pratiche per ottenere la doppia cittadinanza (canadese e statunitense) stiano slittando a causa della sincerità del cantautore, che ha ammesso candidamente di aver fumato marjuana. «Voglio essere un cittadino come tutti e votare. Recentemente ho fatto richiesta per la cittadinanza americana» fa sapere dal suo sito web officiale «e ho passato il test. È stata una conversazione un cui mi hanno chiesto alcune cose allei quali ho risposto sempre in modo veritiero. Recentemente, tuttavia, mi hanno detto che devo fare un altro test a causa del mio consumo di marjuana e di come altra gente che “fumava” abbia avuto problemi in passato».  Secondo la legislazione americana, un cittadino che abbia ammesso di aver “fumato marjuana”, potrebbe «difettare di moralità, perché ha violato delle leggi federali». La risposta del cantautore? Neil Young ha detto che si augura di aver esibito una “buona moralità” per contrastare con il voto Donald Trump alle prossime elezioni.

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