Siamo tutti Moussa Marega | VIDEO

17/02/2020 di Enzo Boldi

Pianeta terra, anno 2020. Un calciatore non dalla ‘pelle normale’, come disse il presidente della Lazio Claudio Lotito in una delle sue tante uscite a vuoto, segna il gol del vantaggio per la squadra ospite e viene subissato di cori razzisti, buu, insulti e ululati degni di un giardino zoologico. Non servirebbe neanche fare il nome di questo calciatore, perché solamente il racconto di questa vergogna dovrebbe spingere tutti a ribellarsi. Ma l’attaccante del Porto Moussa Marega merita di essere nominato per il gesto di ribellione avuto in campo: non ha voluto partecipare al teatrino razzista che stava andando in scena allo Stadio Afonso Henriques di Guimaraes. Una protesta forte dopo aver subito una valanga di insulti solo perché nero. Un gesto che ricorda la protesta di Marc Andrè Zoro nel match del suo Messina contro l’Inter nel novembre del 2005, o anche quello di Kevin Prince Boateng nell’amichevole del suo Milan sul campo del Pro Patria del gennaio 2013.

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Siamo tutti Moussa Marega. Minuto 60: il calciatore francese ma naturalizzato maliano realizza la rete del nuovo vantaggio del suo Porto (con la partita che poi si chiuderà con il punteggio di 1-2 per la squadra ospite) sui padroni di casa del Vitoria Guimaraes. Il tempo di esultare e l’attaccante viene riempito di uluati, insulti e cori razzisti vergognosi. E mentre nessuno fa nulla, lui risponde mostrando il colore della sua pelle, prima di lasciare il campo polemicamente, nonostante i suoi compagni di squadra avessero provato a fermarlo. Ma ha ragione lui: troppo vergognoso esibirsi (perché il pallone, è bene ricordarlo, è uno show) davanti a quella gabbia di razzisti inconsapevolmente consapevoli di esserlo.

Siamo tutti Moussa Marega

E su Instagram lo stesso Moussa Marega ha mostrato tutta la sua legittima rabbia e insofferenza per quel che gli è capitato a Guimaraes. E non solo perché è accaduto a lui, ma perché il razzismo nel mondo del calcio è un male atavico che colpisce tutti. Da sempre. E sembra che non ci siano i mezzi (o le intenzioni) di debellarlo.

Il dito medio al razzismo

«Vorrei solo dire a questi idioti che vengono allo stadio per insultare in modo razzista. Andate a farvi fottere. E ringrazio anche l’arbitro per non avermi difeso e per avermi ammonito perché difendo il colore della mia pelle. Spero di non incontrarti mai più su un campo di calcio! Sei una vergogna!» .E quel dito medio rivolto alla platea dello stadio di Guimaraes è un grido: il razzismo fa schifo

(foto di copertina: da profilo Instagram di Moussa Marega)

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