Si allarga il fantastico mondo di Marco Travaglio: dopo il ladrometro arriva Berluspubblica
04/11/2018 di Redazione
Dopo l’editoriale di sabato 3 novembre con cui prendeva in giro i contrari al ddl anti-corruzione promosso dal Movimento 5 Stelle, il direttore del Fatto Quotidiano ha voluto dedicare un altro editoriale sul tema, questa volta chiamandolo “Berluspubblica”, al fine di criticare chi non la pensa come lui.
Marco Travaglio, editoriale contro critici ddl anti-corruzione
Travaglio ha da subito individuato i primi due nemici del decreto legge uscito dalle stanze del ministero della Giustizia: Repubblica e L’Espresso. Si legge:
Quando, non bastando i De Benedetti, si ritrovarono come editore pure gli Agnelli, i colleghi e soprattutto i lettori di Repubblica e L’Espresso ci mossero a sentimenti di umana solidarietà. Poi l’altroieri abbiamo letto il commento furibondo di Stefano Cappellini contro la norma Bonafede che blocca la prescrizione alla sentenza di primo grado: “giustizia ancora più lenta e senza garanzie”, “calpestati i fondamenti di uno Stato di diritto degno di chiamarsi tale”, “giustizialismo”, “sentenza mediatica”, “peggioramento dello stato delle cose”, “barbarie giuridica”, “tribunali dell’Inquisizione”. E abbiamo immaginato la reazione dei colleghi e soprattutto dei lettori, che avranno controllato più volte la testata del giornale che avevano in mano: vedi mai che l’edicolante, per sbaglio, gli avesse rifilato una copia de Il Giornale, Foglio, Libero, che la prescrizione l’hanno sempre descritta come una manna dal cielo da rendere obbligatoria per legge.
Dopo le critiche ai suoi colleghi di lavoro, Marco Travaglio se l’è presa anche con l’alleata dei 5 Stelle al governo, il ministro della Pubblica ammnistrazione Giulia Bongiorno, rea di avere definito la cancellazione della prescrizione “una bomba sui processi”:
La ministra Bongiorno dice che lo stop alla prescrizione sarebbe “una bomba atomica sul processo” perché – tenetevi forte – “la prescrizione ha un’etica e non si può tenere in ostaggio un imputato tutta la vita”. L’etica della prescrizione funziona così: uno stupra una bambina, o incassa una mazzetta, o truffa una cliente, o rapina una gioielleria, o ammazza decine di persone con l’amianto o altre sostanze inquinanti, o tresca con la mafia. Poi approfitta della lunghezza dei processi, a cui spesso contribuiscono i suoi onorevoli avvocati con ricusazioni , istanza di astensione e rimessione, legittimi impedimenti e altri cavilli da azzeccagarbugli e, quando scatta la prescrizione, comincia a strillare che è stato assolto, dunque era innocente, dunque l’hanno perseguitato, dunque chiede i danni. O manda in giro il suo onorevole avvocato: tipo la Bongiorno, che strillò “assolto! assolto!” quando Andreotti fu prescritto per il “reato commesso” di mafia fino al 1980.
(Foto credits: Ansa)