Il governo si è riunito per tutta la notte, ma non ha deciso nulla sulla manovra

C’era Giuseppe Conte. Poi, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, i capi delegazione Luigi Di Maio (M5s), Dario Franceschini (Pd), Roberto Speranza (Leu), Teresa Bellanova (Iv) e il sottosegretario Riccardo Fraccaro (M5s). Si sono riuniti a Palazzo Chigi fino alle due di notte per trovare una quadra sul NaDef da presentare in giornata e, di conseguenza, sulla manovra economica. Ma è buio pesto, non soltanto perché il vertice si è concluso tardissimo, ma anche perché Movimento 5 Stelle e Partito Democratico sono molto distanti.

LEGGI ANCHE > Cosa succederà all’Iva nella prossima manovra

Manovra, le distanze nella maggioranza

Paradossalmente, c’è più prossimità tra Italia Viva e i pentastellati. Entrambi sono contrari a qualsiasi aumento dell’Iva, anche solo selettivo e anche se quest’ultimo dovesse essere collegato a un pagamento in contanti. Si sta portando avanti la guerra ai decimali sul rapporto deficit-pil da dichiarare. Gli zerovirgola, in questi casi, valgono miliardi e, pertanto, non rappresentano un aspetto secondario.

Movimento 5 Stelle e Italia Viva vorrebbero rimandare alla manovra del prossimo anno (con l’entrata in vigore, quindi, nel 2021) la riduzione del cuneo fiscale e delle tasse sul lavoro. Il Partito Democratico, su questo punto, vorrebbe intervenire immediatamente, anche a costo di scegliere alcuni settori sui quali far aumentare l’Iva. Beni di lusso, principalmente, ma anche gli aumenti per chi paga in contanti.

Cosa distanzia M5S, Pd e Italia Viva nella manovra

Pentastellati e Italia Viva ricordano che il governo giallo-rosso è nato proprio per scongiurare le clausole di salvaguardia dell’Iva e, pertanto, vorrebbero un esecutivo no-tax. Una manovra piuttosto attendista, per superare l’anno, continuare con questo governo e poi prendere le contromisure necessarie nei prossimi mesi. Il Partito Democratico, invece, ragionerebbe con una prospettiva più lunga: una manovra che possa incentivare davvero il mercato del lavoro, anche a costo di piccoli sacrifici nel breve periodo.

Punti fermi che non possono essere toccati – e sui quali tutti sono più o meno d’accordo per ragioni opposte – sono quota 100 e reddito di cittadinanza. Nel primo caso, come ha affermato Roberto Gualtieri a Mezz’ora in più, nella giornata di ieri, non sarebbe serio cambiare sistema previdenziale ogni anno. E, comunque, quota 100 è una misura a esaurimento, che non impatta sul lungo periodo. Il reddito di cittadinanza, invece, è la bandiera del Movimento 5 Stelle: impossibile discutere la sua revisione, salvo rottura dell’intesa di governo.

Le parti si riaggiorneranno questa mattina. Alle 18.30 è previsto il consiglio dei ministri della verità. Il conto alla rovescia è già iniziato.

FOTO: ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Share this article
TAGS