Pro Vita non prende bene il divieto dei manifesti con i feti: «E allora Taffo? Loro non sono violenti?»

06/11/2019 di Redazione

Nella giornata di ieri, il Tar del Lazio aveva respinto il ricorso dei Pro Vita che giudicava illegittimo il divieto, da parte del Comune di Roma e della sindaca Virginia Raggi, di aver oscurato i manifesti Pro Vita con il feto «Michelino» in evidenza, che comunicava un messaggio anti-aborto. I legali dell’associazione che si batte contro l’interruzione di gravidanza hanno annunciato, intanto, il ricorso al Consiglio di Stato. Non senza lanciare una nuova polemica sui manifesti che vengono affissi in giro per la Capitale.

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Manifesti Pro Vita, l’attacco dell’associazione

«In pratica – scrivono Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita, in un comunicato stampa – la sentenza afferma che il Comune ha il diritto di regolamentare i messaggi che appaiono sugli impianti di sua proprietà e che il messaggio di Michelino, come abbiamo chiamato il bambino rappresentato nelle immagini, supera i limiti della sensibilità comune».

Da questo assunto parte la richiesta fatta al comune di riflettere anche sui manifesti promozionali dell’agenzia di onoranze funebri Taffo. Quest’ultima è nota a Roma e – grazie ai social network – anche in altre parti d’Italia per la sua strategia di marketing molto ironica, decisamente inusuale per un’agenzia che si occupa di onoranze funebri. Secondo i Pro Vita, i contenuti di questi manifesti – che si vedono molto spesso in giro per Roma – sarebbero violenti e offensivi.

Manifesti Pro Vita, il paragone inspiegabile con Taffo

«Allora perché non vale lo stesso per gli spot dell’Agenzia di Pompe Funebri Taffo? – si chiedono presidente e vicepresidente di Pro Vita – Non contengono anch’essi una certa ‘violenza del messaggio’ scherzando sulla morte nostra e dei nostri cari? Ci aspettiamo che il sindaco di Roma Virginia Raggi intervenga su tutti i manifesti provocatori».

La richiesta e il confronto sembrano piuttosto anomali. E, in ogni caso, provocheranno senz’altro reazioni da parte dell’agenzia funebre che, solitamente, è molto attenta a questo tipo di notizie sui social network.

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