Per il quotidiano Il Tempo, il papà con un congedo parentale farebbe il «mammo»

17/01/2020 di Redazione

Abbiamo evidentemente un problema con il genere. Non è bastata la polemica sul conduttore di Sanremo 2020, Amadeus, che di Francesca Sofia Novello, ha detto che è una bellissima donna che sa stare un passo indietro rispetto a un grande uomo come Valentino Rossi. Si continua a utilizzare indifferentemente e senza problemi parole che sottolineano una presunta differenza di ruoli tra uomo e donna, anche per quanto riguarda il congedo parentale. L’uomo beneficiario di questa misura, infatti, viene definito ‘mammo‘.

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Mammo, così il Tempo definisce il papà con il congedo parentale lungo

Nella giornata di ieri, ha preso corpo la proposta della sottosegretaria al Lavoro del Partito Democratico, Francesca Puglisi, che ha chiesto di aumentare a 30 giorni il congedo parentale per i papà. Nella nuova legge di bilancio, i giorni sono già passati da 6 a 7. Un piccolo miglioramento che, tuttavia, non è pari a quella rivoluzione che il congedo lungo andrebbe a portare nel sistema lavorativo italiano, con un ravvicinamento della posizione di donne e uomini rispetto all’argomento della maternità e della paternità.

Con un congedo parentale lungo anche per gli uomini, infatti, si farebbe un grande passo in avanti nella parità di genere sul posto di lavoro. Eppure, il modo di affrontare questo argomento è stata l’occasione, per una parte della stampa italiana, di dare spazio a luoghi comuni vari ed eventuali sulla figura del padre che prende il congedo parentale.

Secondo il Tempo, ad esempio, la proposta è stata così sintetizzata in un titolo: «Conte chiede ai papà di fare il mammo». Come se l’assistenza di un genitore a un figlio fosse prerogativa delle mamme e i papà toccati da questo provvedimento non potessero essere definiti padri, ma mamme al maschile. Siamo nel 2020 e la situazione del mondo della comunicazione italiana resta questa. Tanti passi da fare per cercare di affrontare l’argomento del genere con naturalezza. E invece l’obiettivo della parità è ancora distante. E non basterà un congedo parentale di 30 giorni a risolvere l’arcano.

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