Omicidio Luca Sacchi, il capo della polizia Gabrielli risponde alla Lega: «Mai detto che fosse drogato»

La vicenda della morte di Luca Sacchi ha monopolizzato l’attenzione pubblica e politica. Quello che inizialmente è sembrato uno scippo dal tragico finale, si è nei giorni trasformato in un caso di cronaca con incongruenze, dubbi, vuoti di ricostruzione e legami con il mondo dello spaccio della droga. È emerso infatti che Luca Sacchi e la fidanzata Anastasiya Kylemnyk stessero comprando un quantitativo ingente di stupefacenti.

Omicidio Luca Sacchi, gli attacchi leghisti al capo della polizia Gabrielli

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Il capo della polizia Franco Gabrielli ha mantenuto un certo riserbo sulle informazioni emerse dalle indagini e tramite i colloqui sia con testimoni che con i due sospettati Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, ma aveva evidenziato che «che non siamo di fronte a una rapina andata male». «Gli accertamenti e le cose che l’autorità giudiziaria disvelerà, quando riterrà opportuno – aveva aggiunto –  non ci raccontano la storia di due poveri ragazzi scippati». Inoltre Gabrielli aveva risposto alle polemiche scatenate dal caso di cronaca spiegando che «Roma ha i suoi problemi ma non è Gotham City», contrastando una immagine della Capitale rilanciata dalle forze soprattutto di centrodestra, Parole che erano state definite «fuori luogo» dal capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, mentre da Montecitorio Riccardo Molinari ha stato chiesto al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese di intervenire sulle «indegne».

Franco Gabrielli risponde: «Basta strumentalizzazioni e attacchi, mai detto che fosse drogato»

Tanto rumore che il capo della Polizia ha deciso di rilasciare delle risposte ufficiali. «Non ho mai fatto riferimento all’uso di droghe, men che mai da parte della vittima». «Chiunque lo sostiene fa affermazioni prive di fondamento, calunniose verso le istituzioni e chi le rappresenta – ha aggiunto –  rischiando tra l’altro di provocare ulteriore dolore ai familiari della vittima». Le parole che Gabrielli aveva usato erano frutto di una attenta scelta proprio «per evitare letture distorte e strumentali dell’accaduto». Gabrielli voleva quindi soltanto evidenziare che «gli accertamenti investigativi, una volta resi pubblici dall’Autorità giudiziaria, avrebbero evidenziato come non si fosse trattato di un semplice scippo». Resta il fatto che le dichiarazioni di Gabrielli sono state fatte senza «mai proferire quindi le parole ‘droga’ o ‘drogato’» ma anzi, ha più volte «chiesto a tutti di adottare un atteggiamento di riflessione e rispetto di fronte alla morte di un ragazzo di 24 anni». «Ulteriori mistificazioni delle mie parole – ha concluso – comporteranno conseguenti azioni legali».

(Credits immagine di copertina: ANSA/ CESARE ABBATE

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