Fioramonti spiega le dimissioni citando Rodari e dice che per gli altri settori si trovano i milioni, ma per la scuola no

26/12/2019 di Redazione

La notizia ufficiale è arrivata nella notte di Natale, ma la lettera a Giuseppe Conte era stata inviata il 23 dicembre. Lorenzo Fioramonti ha spiegato la sua scelta di dimettersi da ministro dell’Istruzione con un lungo post sui social network. Le ragioni sono quelle che sono già state evidenziate nelle ultime ore: non sono state inserite risorse sufficienti all’interno della legge di Bilancio per il mondo della scuola, sempre sacrificato da ogni governo.

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La spiegazione delle dimissioni di Lorenzo Fioramonti

Le parole del ministro dimissionario sono un vero e proprio atto d’accusa al sistema, che non è in grado di investire sul futuro (far crescere la scuola è l’unico modo per assicurarsi che un Paese moderno possa realmente porre le basi per la sua economia) e non semplicemente una polemica con l’esecutivo di cui, fino a tre giorni fa, aveva fatto parte.

«La verità – scrive Lorenzo Fioramonti – è che sarebbe servito più coraggio da parte del Governo per garantire quella “linea di galleggiamento” finanziaria di cui ho sempre parlato, soprattutto in un ambito così cruciale come l’università e la ricerca. Si tratta del vero motore del Paese, che costruisce il futuro di tutti noi. Pare che le risorse non si trovino mai quando si tratta della scuola e della ricerca, eppure si recuperano centinaia di milioni di euro in poche ore da destinare ad altre finalità quando c’è la volontà politica».

Lorenzo Fioramonti ha citato Gianni Rodari

L’amara constatazione di Lorenzo Fioramonti si poggia proprio su quest’ultimo assunto: si trovano risorse milionarie per tanti altri settori, anche meno strategici di quello dell’istruzione. La scuola, tuttavia, resta sempre la principale vittima sacrificale sull’altare dei conti pubblici. Tuttavia, Lorenzo Fioramonti non ha buttato via tutta la sua esperienza di governo. L’ex ministro dell’Istruzione ha elencato i risultati raggiunti in questi tre mesi di azione.

«Lo stop ai tagli – ricorda Fioramonti -, la rivalutazione degli stipendi degli insegnanti (insufficiente ma importante), la copertura delle borse di studio per tutti gli idonei, un approccio efficiente e partecipato per l’edilizia scolastica, il sostegno ad alcuni enti di ricerca che rischiavano di chiudere e, infine, l’introduzione dell’educazione allo sviluppo sostenibile in tutte le scuole (la prima nazione al mondo a farlo)».

Infine, Fioramonti cita Gianni Rodari, del quale ricorre il centenario della nascita nel 2020: «Dobbiamo imparare a fare le cose difficili. Perché a volte bisogna fare un passo indietro per farne due in avanti». Lorenzo Fioramonti ha garantito che continuerà il suo impegno come parlamentare della repubblica italiana.

FOTO: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

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