Non riusciamo a fare più tamponi di così: «Il sistema è saturo»
Lo ha osservato Francesco Broccolo, microbiologo clinico dell’Università di Milano-Bicocca
29/10/2020 di Redazione
Oggi è stato il giorno in cui, in assoluto, l’Italia è riuscita a processare il maggior numero di tamponi in 24 ore dall’inizio della pandemia. Tuttavia, secondo il microbiologo clinico dell’Università di Milano-Bicocca, Francesco Broccolo, è il massimo che – in queste conduzioni – riusciremo a fare. Secondo l’esperto, infatti, il livello di saturazione dei laboratori che processano i tamponi è praticamente stato raggiunto. In Italia, il 29 ottobre, sono stati processati 201.452 tamponi ma negli ultimi giorni la curva che segnala l’incremento dei test si sta piegando in maniera, questa volta, preoccupante.
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Livello tamponi saturo, il campanello d’allarme di Francesco Broccolo
La crescita di tamponi degli ultimi mesi, infatti, ha rallentato moltissimo negli ultimi giorni, arrivando con grande sforzo sopra quota 200mila tamponi. «Se rapportiamo il numero di test eseguiti al numero dei medici di famiglia – ha detto Francesco Broccolo -, senza considerare i tamponi richiesti dagli ospedali o fatti da privati, vediamo che abbiamo una bassa potenza di fuoco: in queste condizioni è più che giustificato il ricorso ai tamponi antigenici rapidi».
I tamponi rapidi che, ultimamente, sono stati al centro di una controversia. L’efficacia di questa tipologia di test, infatti, è ancora molto dibattuta, nonostante uno studio positivo dell’istituto di malattie infettive Lazzaro Spallanzani. Diversi esperti sottolineano, invece, come le negatività rilevate – in alcuni casi – si trasformano in positività con i tamponi molecolari.
Livello tamponi saturo e il ricordo del piano Crisanti
Del resto, l’unico strumento efficace per contrastare l’epidemia in questo momento sembra proprio il tracciamento attraverso questi test. Tornano in mente le parole di Andrea Crisanti che, ad agosto, aveva predisposto per il governo un piano da 200-300mila tamponi al giorno. Nel piano, tuttavia, si prevedeva proprio l’impiego dei test rapidi. La sensazione è che si stia arrivando a un bivio: la gestione della pandemia passa anche da questa scelta sul tracciamento. Potrebbe già essere tardi.