Il sessismo abbonda sulla bocca degli stolti

19/09/2019 di Redazione

Il concetto di sessismo linguistico risale agli anni ’60-’70 ed è stato elaborato negli Stati Uniti durante una ricerca che ha portato a un risultato preciso: c’è discriminazione nella rappresentazione della donna rispetto all’uomo nel linguaggio quotidiano. Che il sessismo si sostanzi nelle forme più svariate è cosa nota, ma cosa vuol dire, a livello pratico, adoperare un linguaggio sessista? Non è esagerato affermare che gli italiani – uomini e donne – siano maschilisti quando parlano? Capita a tutti di essere sessisti parlando e, il più delle volte, nemmeno ce ne rendiamo conto.

Linguaggio sessista: siamo maschilisti senza rendercene conto

La parità di genere è ancora lontana, come titola Syndrome. Succede a tutti, chiacchierando, di utilizzare un linguaggio sessista pur non volendo. Succede, per esempio, quando si veicolano stereotipi di genere; un banale «donna al volante pericolo costante» sta avvalorando l’idea che le donne non siano capaci di guidare. Del resto, «chi dice donna dice danno», lo sanno tutti. Quante volte, goliardicamente, all’interno di uno spogliatoio maschile si ammicca e ci si ricorda a vicenda che «tira più un pelo di figa che un carro di buoi» e che, del resto, «in tempi di guerra ogni buco è trincea». Ancora, cosa si dice quando una ragazza è bassa? «Donna nana tutta tana». Questi sono solamente alcune delle espressioni fondamentalmente maschiliste che utilizziamo quotidianamente non rendendoci conto di quello che effettivamente stiamo dicendo, non capendo che con i modi di dire, i proverbi e le forme lessicali diamo forma alla nostra società, una forma maschilista anche solo volendo scherzare.

Rimanendo sul piano linguistico quante sono le parole utilizzate per indicare una donna di facili costumi in italiano? E quante di queste, declinate al maschile, hanno il medesimo significato? È presto detto: massaggiatrice, cortigiana, donna di facili costumi, donna di strada, passeggiatrice, peripatetica, donna facile, intrattenitrice, donna molto disponibile. Ognuna di queste espressioni viene utilizzata alludendo a qualcos’altro. Succede anche quando diciamo uomo di strada, massaggiatore o uomo molto disponibile? Pensate, inoltre, a quanti termini volgari esistono per definire una prostituta, termini che vengono regolarmente utilizzati per apostrofare e offendere le donne. Esistono termini simili declinati al maschile? È contemplato che un uomo si senta offeso se gli si dice che va a letto con molte donne?

Il linguaggio sessista prende forma, come sottolinea Syndrome, anche quando ci troviamo a contrapporre

Zitella-VS-Scapolo d’oro

dando una chiara accezione negativa alla donna rimasta nubile e connotando in maniera neutra l’uomo che è rimasto celibe; altra contrapposizione segnalata da Syndrome:

Milf che fa la ragazzina, patetica-VS-Peter Pan

Perché una donna adulta che assume atteggiamenti adolescenziali deve risultare una milf che fa la ragazzina, altrimenti definita tardona mentre un uomo infantile è un eterno Peter Pan? Questi sono due classici esempi del due pesi e due misure che tendiamo ad utilizzare nel nostro linguaggio quotidiano.

Smettere di usare un linguaggio sessista può cambiare le cose?

La risposta è si. Certo, un linguaggio depurato da tutte le espressioni sessiste da solo non sarà mai sufficiente, ma può essere un buon punto di partenza. Tramite le parole non solo si da forma alla società che ci circonda ma si legittimano o delegittimano determinati comportamenti e atteggiamenti (continuare ad additare a una donna che veste in maniera provocante come una che se la cerca sicuramente non contribuisce a diminuire gli atti di violenza contro le donne); tramite il linguaggio si nutrono gli stereotipi (se l’uomo ha una giornata no la donna invece è isterica, al bambino si dice che non deve piangere perché è da femminuccia e alla bambina che il calcio è uno sport da maschi). I modi per agire a favore della parità di genere sono moltissimi, più o meno impegnativi; cominciare a parlare prestando attenzione a non utilizzare un linguaggio sessista può esser un facile punto di partenza per ognuno di noi.

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