Liliana Segre: «Salvini mi ha scippato anche la citazione di Orwell»
01/11/2019 di Gianmichele Laino
Matteo Salvini ha bollato la commissione contro l’odio antisemita come l’organo di uno Stato di polizia per l’imposizione del pensiero unico. Lo ha fatto davanti agli occhi di Liliana Segre, senatrice a vita scampata dai campi di concentramento e prima promotrice dell’iniziativa in Senato, e lo ha fatto citando George Orwell. Secondo la senatrice a vita, si è trattato di un vero e proprio scippo di una citazione, perché in quel contesto il pensiero dell’autore che più ha dato l’idea di cosa fosse il totalitarismo non poteva essere applicato.
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Liliana Segre e quella citazione salviniana di Orwell che ancora non riesce a capire
Nel corso della sua intervista a Repubblica, Liliana Segre ha analizzato tutti questi aspetti: «Mi ha scippato un autore che cito moltissimo quando vado in giro per le scuole – ha detto la senatrice a vita -. Sia 1984, sia La fattoria degli animali restituiscono la brutalità del totalitarismo. Mi sfugge cosa c’entri tutto questo con la commissione contro l’odio razziale. Ma Orwell resta l’unico punto di contatto tra me e la Lega. Seppure da punti di vista radicalmente opposti».
Insomma, anche una delle poche citazioni letterarie che il leader della Lega Matteo Salvini è solito usare ha creato sconcerto in una vittima dell’odio nazifascista, in una donna scampata agli orrori dei campi di concentramento. Anche perché George Orwell costruiva le sue opere proprio a partire da un presupposto diverso rispetto a quello indicato da Matteo Salvini e che male andrebbe a cozzare anche con la richiesta di ‘pieni poteri’ che il leader della Lega si era fatto sfuggire a inizio agosto, quando diede il via alla crisi di governo.
Opere come 1984 e La Fattoria degli animali rappresentano una vera e propria allegoria del totalitarismo. Quello stesso totalitarismo che una commissione sull’odio razziale vorrebbe combattere, distante anni luce dalla voglia di imporre un pensiero unico. Anche perché non si può definire ‘pensiero’ l’offesa razzista e l’antisemitismo che investe, purtroppo, ampi spazi della nostra popolazione.
Il passo del libro di Liliana Segre sulla rasatura
Liliana Segre ha voluto rispondere, in ogni caso, con un’altra citazione letteraria, questa volta tratta direttamente dal suo libro. Al Corriere della Sera, ad esempio, ha inviato questa pagina:
La stanza era grande, lunga e stretta e vuota completamente. C’erano due porte e una finestra piccola, vicino alla finestra la stufa. La stufa era di ferro, appena tiepida, ma quel leggero terpore era annullato dalla corrente gelida che veniva dalla finestra. Stavo attaccata alla stufa e guardavo fuori la distesa di neve e le macchie indistinte delle prigioniere in fila, lontano verso i fili spinati. Avevo consapevolezza della mia nudità e del mio cranio rasato. La rasatura era stata crudele…
Immagini fortissime, che Liliana Segre ha ribadito anche a Giorgia Meloni, che le ha telefonato subito dopo il voto contrario di Fratelli d’Italia alla sua commissione contro l’odio antisemita. La leader del partito di destra l’aveva motivato con la propria aderenza ideologica alla famiglia tradizionale. Una spiegazione che non convince affatto la senatrice a vita: «Qualcuno dovrebbe spiegarmi cosa c’entra tutto questo con la commissione contro l’odio».
FOTO: ANSA/FABIO FRUSTACI