I titoli del Giornale e di Libero, da «Silvia l’ingrata» a «Abbiamo liberato un’islamica»

C’è qualcosa di più surreale rispetto al dibattito che si è svolto per tutto il pomeriggio di ieri sui social network in merito alla liberazione di Silvia Romano e al fatto di essersi presentata a Ciampino con un abito tradizionale somalo, verde acqua. La cosa ancora più surreale sono stati i titoli del quotidiano Libero e Il Giornale che gli italiani si sono ritrovati in edicola questa mattina. A sorpresa, il più duro è proprio Il Giornale di Alessandro Sallusti che sceglie questo titolo a nove colonne: «Islamica e felice, Silvia l’ingrata». Poi, segue a ruota (ma non è una sorpresa) il quotidiano di Pietro Senaldi e Vittorio Feltri che scrive: «Abbiamo liberato un’islamica».

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All’interno dei due giornali, tanta retorica anti-islam e un attacco diretto alla persona di Silvia Romano, che viene considerata il simbolo di un qualcosa che non si riesce nemmeno a definire con completezza. Cos’ha animato queste prime pagine? Risentimento? E se ne può avere per una ragazza di 24 anni che è stata tenuta in ostaggio da un gruppo terroristico per 18 mesi?

Fatto sta che Sallusti prosegue sulla scia del tweet del pomeriggio, in cui aveva sottolineato come Silvia Romano fosse paragonabile a uno che torna da un campo di concentramento vestito orgogliosamente da nazista. Ma non finisce qui: nel titolo si fa passare un messaggio completamente sbagliato, al limite della fake news. Silvia Romano non è ingrata: ha ringraziato chi l’ha liberata e chi ha fatto tanto per lei nel periodo della prigionia. Ci sono soltanto sorrisi per i rappresentanti dello stato italiano che l’hanno accolta all’aeroporto, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Libero e il Giornale, gli editoriali di Feltri e Sallusti

«A fin di bene – scrive Sallusti – in questa storia non c’è proprio nulla, e nel suo ultimissimo atto, all’aeroporto di Ciampino, sono mancati pure buon senso e rispetto. Abbiamo quattro milioni in meno e, scommettiamo, un’eroina della sinistra in più». Gli fa eco Vittorio Feltri, che nel suo editoriale scrive: «Si dice che Silvia si decise a partire animata dal desiderio di compiere del bene in favore dei bambini di pelle scura. Sono persuaso della sua sincerità, eppure vorrei ricordarle che l’Italia è piena di gente bisognosa di soccorso, visto che campa nella miseria. Oltre 50 mila clochard trascorrono le notti all’addiaccio e spesso ci lasciano le penne. Per aiutare i miserabili non è il caso di trasferirsi nella Savana», ritornando così a quella retorica che aveva animato gli animi della destra, sia nella politica sia nel mondo dell’informazione, che aveva dichiarato sconsiderato il suo impegno in Africa per la onlus Africa Milele.

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