Siete disposti a concedere una licenza perpetua a un’azienda per avere il vostro Avatar?

Tra i termini di utilizzo di Prisma Labs per chi accetta di creare un account su Lensa AI c'è anche la questione del diritto all'utilizzo dell'immagine

09/12/2022 di Enzo Boldi

La fascinazione digitale collettiva, soprattutto quando ci si trova davanti a novità in grado di stuzzicare la curiosità dell’utente medio che utilizza i social, rischia di far sottovalutare moltissime problematiche tecniche legate anche alla gestione dei propri diritti online. Nelle ultime settimane – con un fenomeno diffuso negli Stati Uniti e che si sta espandendo nel resto del mondo, anche in Italia -, sulle varie piattaforme (in particolare Instagram e TikTok) è tutto un pullulare di avatar creati attraverso un’applicazione molto in voga: Lensa AI, sviluppata dall’azienda californiana Prisma Labs. Ma stanno emergendo moltissimi problemi, tra cui quello delle “licenze” concesse dall’utente per poter utilizzare l’app mobile (disponibile per i dispositivi iOS e Android).

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I temi caldi attorno all’app Lensa AI sono molti, soprattutto per quel che riguarda la funzione “Magic Avatar“, quella che – di fatto – ha reso celebre l’applicazione di Prisma Labs. Ci sono gli artisti che contestano l’utilizzo di proprie opere (dal “tratto” al disegno) all’interno del dataset su cui si appoggia l’app, ma questa non è l’unica questione all’interno del calderone. Perché, come accaduto già in passato con altre applicazioni simili (se non per funzioni, almeno per categoria “fotoritocco”) come FaceApp, il tema della privacy rischia di essere sottovalutato. Errore, però, da non commettere.

Lensa AI, la privacy e i server negli Stati Uniti

Perché andando oltre al “fascino” che può indurre un utente a scaricare l’applicazione sul proprio smartphone e sottoscrivere un abbonamento per le funzioni premium, occorre andare a leggere minuziosamente i dettagli. E per farlo è molto semplice, basta collegarsi alla pagina “Privacy” relativa all’app per essere rimandati alla sezione dedicata alla condivisione delle informazioni raccolte. E lì troviamo scritto:

«Soggetti con i quali potremmo condividere i tuoi dati personali . Non condividiamo né trasferiamo le tue foto o i tuoi video a terzi (eccetto il caricamento delle foto sui nostri fornitori di servizi cloud Google Cloud Platform e Amazon Web Services per fornire la funzione di elaborazione online e l’archiviazione e l’eliminazione di tali foto come descritto nella presente Informativa sulla privacy). Utilizziamo solo luoghi di archiviazione sicuri, come Google Cloud Platform e Amazon Web Services. Google LLC e Amazon Web Services, Inc. si trovano negli Stati Uniti d’America».

Stati Uniti d’America. Ricorda qualcosa? Per esempio la vicende che ha portato il Garante della Privacy a disporre lo stop del trasferimento dei dati a Google Analitycs per via di normative – proprio relative alla protezione dei dati personali – non in linea con i paletti imposti in Europa dal GDPR. Tema che Giornalettismo ha affrontato in Sprint.

Le condizioni di utilizzo e le “licenze”

Dunque, la gestione del diritto alla privacy dei singoli utenti (per quel che riguarda i dati sensibili) è a rischio per le stesse tematiche già evidenziate nel recente passato. Ma andando a scavare all’interno degli altri “foglietti illustrativi” che fanno riferimento all’app Lensa AI, scopriamo un altro passaggio. Tra i “termini di utilizzo” di Prisma Labs – l’azienda californiana che sviluppa l’applicazione -, all’interno del paragrafo relativo al “contenuto dell’utente“, troviamo scritto:

«Prisma potrebbe consentirti di caricare, modificare, creare, archiviare e condividere foto (“Contenuti dell’utente “). Fatta eccezione per la Licenza aziendale che ci concedi di seguito, conservi tutti i diritti sui e sui tuoi Contenuti utente, tra te e noi.
Ci concedi una licenza perpetua, revocabile, non esclusiva, esente da royalty, mondiale, interamente pagata, trasferibile, sub-licenziabile per utilizzare, riprodurre, modificare, adattare, tradurre, creare opere derivate da e trasferire i tuoi Contenuti dell’utente, senza ulteriori compenso all’utente e sempre soggetto al suo ulteriore consenso esplicito per tale utilizzo ove richiesto dalla legge applicabile e come indicato nella nostra Informativa sulla privacy […]
Ci concedi il consenso all’utilizzo del Contenuto dell’utente, indipendentemente dal fatto che includa il nome, l’aspetto o la personalità di un individuo, sufficiente a indicare l’identità dell’individuo. Riconosci e accetti inoltre che il nostro utilizzo dei tuoi Contenuti utente non comporterà alcun danno per te o per qualsiasi persona che hai autorizzato ad agire per tuo conto
».

Se è vero che le immagine caricate da ogni singolo utente per sfruttare tutte le potenzialità dell’app Lensa AI (e della sua intelligenza artificiale) restano per un tempo limitato (si parla di 24 ore) sui server di Amazon (AWS), quanto scritto all’interno delle condizioni di utilizzo è chiaro: una volta caricata un’immagine personale attraverso l’applicazione, concedi una licenza di utilizzo (senza specificare quale) a Prisma Labs che può usarla liberamente. Non una soluzione ottima in termini di protezione dei dati personali e diritti di immagine.

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