Emergenza Covid, Le Foche a PiazzaPulita: “Serve un patto tra cittadini e governo”

Ospite del programma di La7, il responsabile del Day hospital di Immunoinfettivologia del Policlinico Umberto I di Roma invoca maggior collaborazione e l'uso di screening e mascherine

16/10/2020 di Redazione

Interessante intervento del professor Francesco Le Foche sul Covid a PiazzaPulita. L’immunologo responsabile del Day hospital di Immunoinfettivologia del Policlinico Umberto I di Roma infatti ha parlato dell’emergenza coronavirus in Italia nel giorno del recordi assoluto di positivi dall’inizio della pandemia facendo un appello a un patto tra cittadini e governo.

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Le Foche sul Covid, l’importanza di screening e mascherine

L’intervento del professor Le Foche sul Covid nel programma di La7 condotto da Corrado Formigli parte dal presupposto che, per il responsabile del Day hospital di Immunoinfettivologia del Policlinico Umberto I di Roma, “le pandemie si vincono sul territorio” e quindi “dobbiamo anticipare il virus” che, a differenza nostra, spiega Le Foche, “non è intelligente”. Insomma, “dobbiamo fare un gioco di squadra” e “governo e cittadini devono fare un patto”. Le foche spiega anche che il fattore “fondamentale” è la carica virale perché “l’individuo asintomatico, giovane ma con carica virale alta è un super-diffusore” mentre ci sono persone che pur avendo i sintomi hanno una carica virale bassa. Anche per questo, sottolinea Le Foche, “La mascherina è fondamentale perché riduce la carica virale e quindi potrebbe non produrre la malattia” così come “il test antigenico è uno screening di massa fondamentale”. Parole che arrivano mentre il programma mostra un servizio di Linda Giannattasio che mostra il sistema dei tamponi in Baviera, dove basta andare sul sito e presentarsi in orario. Un sistema che vale anche per chi è senza sintomi.

Oltre Le Foche sul Covid, la discussione sul lockdown

Oltre al professor Le Foche sul Covid però, nella puntata di PiazzaPulita si è parlato anche dell’ipotesi lockdown per le persone oltre i 65 anni. Un’idea bocciata dal professor Alessandro Vespignani del Northeastern University College of Science perché “nessun governo è riuscito a trovare una soluzione logistica” per realizzare un provvedimento che metterebbe in isolamento “il 30 per cento della società italiana”. Per Vespignani infatti “bisognava prepararsi e rafforzare il tracciamento” nei mesi precedenti e adesso cominciano a emergere i problemi che andavano affrontati “durante i mesi di bassa epidemia”. Una tesi che trova d’accordo anche il conduttore, Corrado Formigli, per il quale se si arriva al lockdown è perché “tutto quello che si può fare per evitare il lockdown non si fa!”.

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