La promozione di Laura Castelli: da sottosegretario a viceministro
23/03/2019 di Redazione
Una promozione ottenuta sul campo, evidentemente. Il Consiglio dei Ministri ha approvato, nei giorni scorsi, le nomine di Laura Castelli e di Massimo Garavaglia a viceministri per l’Economia. Precedentemente, infatti, i due politici – rispettivamente in quota M5S e Lega – erano sottosegretari. Una volta nominati viceministri, infatti, i due avranno delle deleghe a temi specifici. Nella fattispecie, arriveranno le specializzazioni alla finanza locale, ai rapporti con la conferenza Stato-Città e ai temi di competenza in ambito Cipe.
Laura Castelli diventa viceministro
Laura Castelli, tuttavia, è uno dei rappresentanti del governo giallo-verde che più volte in questo primo anno scarso di vita è finita sotto i riflettori per le sue gaffe. Dal famoso «questo lo dice lei» rivolto a Pier Carlo Padoan, passando per la Panda 1000, dimostrandosi sicura – salvo poi essere messa in difficoltà da domande più incalzanti di Lilli Gruber – sulle ormai famose tessere per il reddito di cittadinanza che sarebbero state stampate, prima ancora dell’approvazione del decretone in consiglio dei Ministri.
Proprio in quel consiglio dei Ministri, ora, Laura Castelli potrebbe entrare. L’unico passaggio che manca alla sua promozione è la firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, in qunato capo dello Stato, nomina ministri e viceministri su indicazione del presidente del Consiglio.
La differenza tra sottosegretario e viceministro: ecco perché Laura Castelli è stata promossa
C’è una differenza sostanziale tra sottosegretario e viceministro: questo aspetto va chiarito per dare la portata della decisione sulla promozione di Laura Castelli. Il sottosegretario non è una figura prevista dall’ordinamento costituzionale, ma viene utilizzata (a volte se ne è addrittura abusato) da tutti i governi come prassi e consuetudine. Si tratta di un modo per equilibrare le cariche assegnate alle forze politiche che fanno parte della maggioranza di governo. Il sottosegretario partecipa alle sedute delle Camere e delle Commissioni parlamentari, sostenere la discussione in conformità alle direttive del ministro e rispondere ad interrogazioni e interpellanze. Ma non può entrare in consiglio dei Ministri.
Discorso diverso per il viceministro. Quest’ultimo, oltre ad avere delle deleghe precise rispetto al titolare del dicastero (in questo caso il ministro Giovanni Tria), secondo la legge 81 del 2001 (che modifica l’art. 10 della legge n. 400 del 23 agosto 1988), può partecipare al consiglio dei Ministri, pur non avendo diritto di voto. La partecipazione al consiglio dei Ministri avviene su invito della presidenza del Consiglio: il viceministro dovrà a quel punto riferire sulla materia di sua competenza, individuata appunto attraverso la distribuzione delle deleghe.
(Foto da archivio Ansa: il sottosegretario all’Economia Laura Castelli alla Camera, il 28 dicembre 2018. Credit immagine: ANSA / GIUSEPPE LAMI)