Il caso del ban di EpsteinGPT, la policy e non solo: la figura di Larry Summers in OpenAI

Non si tratta di una accusa, ma di una serie di dettagli (già messi agli atti processuali) in cui erano stati messi in evidenza i continui contatti tra l'ex capo del Tesoro USA ed ex Rettore di Harvard ed Epstein. Anche dopo la sua prima condanna

10/01/2024 di Enzo Boldi

A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina. Spesso, ma non sempre. Una correlazione che viaggia sui binari dell’incertezza e che, dunque, deve essere presa con le pinze. Si tratta, però, di un collegamento che non può non essere analizzato, anche per cercare di dare dei confini ancor più definiti a questa vicenda. Nel monografico di oggi, Giornalettismo sta raccontando la storia di EpsteinGPT, il chatbot creato da un utente americano – Patrick Blumenthal – per analizzare le carte (da poco pubblicate) che riguardano le attività criminali di cui era accusata l’imprenditore newyorkese Jeffrey Epstein. Una vicenda nata e morta nel giro di poche ore, visto che OpenAI ha deciso di bannare questo progetto per aver violato alcuni aspetti della sua policy. Ma è qui che subentra la figura di Larry Summers.

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Un nome che ai più dirà poco o nulla, ma che ha avuto un ruolo molto importante all’interno dell’ecosistema politico degli Stati Uniti. Politico ed economista, con un curriculum di grande rilievo: prima (dal luglio 1999 al gennaio 2001) Segretario al Tesoro degli Stati Uniti sotto la Presidenza Bill Clinton, poi la nomina a Rettore dell’Università di Harvard tra il luglio del 2021 e il giugno del 2006. Infine, il biennio (dal 2009 al 2011) alla direzione del National Economic Council scelto da Barack Obama nel suo primo mandato alla Casa Bianca. Prima e dopo queste esperienze di rilievo, ha mantenuto attiva la sua attività di economista e consulente. Infine, nel bel mezzo del caos interno (con l’allontanamento, le polemiche e il rientro di Sam Altman da OpenAI), la nomina a membro del board dell’azienda dell’azienda di San Francisco specializzata nello sviluppo dell’intelligenza artificiale.

Larry Summers, il ruolo in OpenAI e il ban di EpsteinGPT

Questo conciso curriculum fa da sfondo a un’accusa che sta circolando, nelle ultime ore, nei confronti di OpenAI, dopo la decisione di bannare il chatbot EpsteinGPT. Perché, come confermato dalle carte processuali (non solo quelle più recenti del caso Giuffre vs. Maxwell), Larry Summers ha avuto – nel corso degli anni – moltissimi contatti con Jeffrey Epstein. Prima della condanna del 2008. E anche dopo. Carteggi, e-mail e incontri. Epstein, infatti, per anni ha fatto donazioni ad Harvard (9,1 milioni di dollari dal 1997 al 2007), ma la prestigiosa Università ha deciso di rifiutare tutti i tentativi di sostegno economico dopo quella condanna per abusi sessuali e traffico internazionali di minorenni.

Stando a un’inchieste del Wall Street Journal del maggio scorso, i contatti tra Summers ed Epstein sono proseguiti anche negli anni successivi. L’ex Rettore di Harvard avrebbe mantenuto i rapporti con l’imprenditore, persino chiedendogli suggerimenti su operazioni di filantropia (per sostenere, economicamente, il progetto della moglie Elisa New, docente di Harvard, per la creazione di un progetto legato alla poesia online). Un rapporto che, dunque, è proseguito nel corso degli anni. Anche dopo la condanna. Inoltre, i vecchi documenti processuali hanno messo in evidenza diversi incontri, uno dei quali a Cambridge”. Un portavoce dell’ex Segretario al Tesoro USA, come riportato da The Harvard Crimson, ha provato sminuire il tutto (partendo dall’inchiesta del WSJ), confermando però l’esistenza di quei contatti. Diretti e indiretti. E anche economici.

«Summers si rammarica profondamente di essere stato in contatto con Epstein dopo la sua condanna. E l’organizzazione no profit di New (la moglie di Summers, ndr) si rammarica di aver accettato i finanziamenti da Epstein». 

Che tipo di finanziamenti: circa 110mila dollari versati nel 2016 da parte di una fondazione riconducibile a Epstein. Incontri, dunque, confermati. Così come i soldi investiti da Epstein nel progetto della moglie dell’ex Rettore di Harvard. Ma questo può bastare a creare una teoria della cospirazione sul ban di EpsteinGPT da parte di OpenAI?

Oltre il complotto

Abbiamo deciso di raccontare questa storia perché è ricca di chiaro-scuri. Rapporti chiari e ben definiti che contengono delle ombre che, inevitabilmente, portano a “pensare male”. Ma per capire se tutta questa vicenda possa essere legata al ban di un chatbot, occorre analizzare per bene il passato e il presente. I rapporti tra Larry Summers e Jeffrey Epstein erano noti da tempo. Sono stati già oggetto di indagine. Nelle carte pubblicate di recente, quelle relative al caso Giuffre vs. Maxwell (l’ex compagna di Epstein), il nome di Summers compare in un solo documento. Senza muovere alcuna accusa nei suoi confronti.

Per questo motivo, Giornalettismo ha deciso di parlare di questa vicenda per cercare di dare luce a quell’ipotesi di complotto che si sta diffondendo, oggi, sui social network. EpsteinGPT, infatti, analizzava solamente le carte relative al caso Giuffre Maxwell, senza andare a rivangare all’interno di vecchie carte processuali, già agli atti e già analizzate dai tribunali. Dunque, da quelle carte non sarebbe uscito – neanche con l’aiuto di un chatbot – il nome di Summers. Difficile, quindi, pensare a un’operazione di censura di questo tipo. Piuttosto, risulta essere sempre più valida l’ipotesi ufficiale della violazione della policy legata ai “nomi famosi”, prevista da OpenAI.

 

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