La radio dissente e Orban la chiude: ieri sera si è spenta Klubradio

Si trattava di una emittente indipendente: il premier ungherese l'ha chiusa con un pretesto burocratico

15/02/2021 di Gianmichele Laino

A far capire che la chiusura di Klubradio, in realtà, sia legata a un motivo politico c’è la dichiarazione di Andras Arato, direttore generale della radio. Quest’ultimo ha affermato che la motivazione ufficiale per la quale le sequenze sono state silenziate alla mezzanotte tra il 14 e il 15 febbraio è legata ad alcuni mancati adempimenti burocratici, simili a quelli di altre radio ungheresi. Perché nel Paese di Viktor Orban succede questo: se non sei d’accordo, non parli. Era già successo con Magyar Nemzet, si ripete con Klubradio: l’indipendenza – soprattutto per quanto riguarda le opinioni politiche – dà molto fastidio.

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Klubradio chiude in Ungheria

La radio era stata fondata nel 2001 e i primi screzi con Viktor Orban risalgono già al 2010. In quella circostanza, aveva perso le sue frequenze provinciali, mantenendo esclusivamente le trasmissioni nell’area metropolitana di Budapest. Nonostante questa pesante limitazione, Klubradio aveva continuato a trasmettere e la sua posizione dissidente le permetteva di raggiungere addirittura 500mila ascoltatori per programma.

La decisione del consiglio superiore dei media in Ungheria di bloccare le trasmissioni di Klubradio è stata presa a settembre 2020 e si è concretizzata nella serata di ieri: «Siamo disposti ad arrivare fino alla Corte di giustizia dell’Unione europea» – hanno fatto sapere dall’emittente che, adesso, continuerà le sue trasmissioni online, seguendo proprio lo schema di Magyar Nemzet che ha continuato le sue pubblicazioni con un sito web di informazione.

La vicenda di Klubradio non è un episodio isolato e desta le preoccupazioni non soltanto dei cittadini ungheresi, ma di quelli dell’intera Unione Europea. In Italia, ad esempio, un’interrogazione parlamentare firmata da Filippo Sensi e da Lia Quartapelle ha chiesto al governo quali misure intendesse prendere nei rapporti bilaterali con l’Ungheria, non soltanto per questo episodio specifico, ma in generale per la tutela della libertà di informazione in una democrazia sempre più minacciata nella sua essenza dall’autoritarismo del governo di estrema destra (mascherato dall’adesione al Partito Popolare Europeo) di Orban. Lo stato di diritto deve essere tutelato e i Paesi dell’Unione dovrebbero fare da garanti.

Foto IPP /Silvia Loré

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