Il parlamentare tedesco alleato di Salvini che dice che gli aiuti del Recovery Fund sono un «suicidio politico»

Pensiamo per un attimo cosa sarebbe successo a parti invertite. Immaginiamo che un deputato europeista tedesco avesse pronunciato in Parlamento a Bruxelles delle frasi contro l’Italia. Sicuramente, tutta la pattuglia sovranista sarebbe insorta, come già successo in passato. Meme, video, pubblicazioni sui social network. Niente di tutto questo, invece, dopo l’intervento in aula – alla presenza della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen – di Jörg Meuthen di Alternative für Deutschland.

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Jörg Meuthen, l’alleato della Lega che dice che il Recovery Fund è un suicidio politico

Eppure, le sue parole – che si possono ascoltare in questo video – sono davvero forti sul ruolo che l’Europa avrà attraverso il pacchetto di aiuti da 750 miliardi di euro del Recovery Fund:

«Il danno per l’Unione Europea sarà enorme – ha detto Jörg Meuthen -. I contribuenti pagheranno tutto questo, come se domani non esistesse. È irresponsabile, è una presa in giro, è un suicidio politico. Molti non lo capiscono perché non si ragiona in questo ordine di grandezza e lei sfrutta questa ignoranza per convincerci di cose che non esistono in nome della solidarietà. Quindi, i governi di Danimarca, Svezia, Paesi Bassi e dell’Austria dovranno aiutarci a scongiurare questa situazione».

Jörg Meuthen nel gruppo Identità e Democrazia insieme alla Lega

Insomma, il Recovery Fund – lo abbiamo ampiamente detto ieri – aiuterà l’Italia a uscire dalla crisi economica post coronavirus: dei 750 miliardi di euro, al nostro Paese spetteranno 172 miliardi, tra finanziamenti a fondo perduto e prestiti ampiamente garantiti. Insomma, un vero e proprio toccasana per le casse dello Stato e per tutti quei cittadini e quelle imprese che sono usciti molto provati dall’emergenza coronavirus.

Va da sé che il discorso di Jörg Meuthen sia contro gli interessi dell’Italia. L’eurodeputato tedesco, tuttavia, fa parte del gruppo Identità e Democrazia, all’interno del quale siedono anche i parlamentari della Lega eletti lo scorso 26 maggio 2019. Da loro non è arrivata nessuna parola di condanna rispetto al termine ‘suicidio politico’ utilizzato dal collega tedesco. Sovranisti a corrente alternata, insomma.

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