Joe Formaggio (FdI) dice che l’imprenditore del focolaio di Vicenza ha commesso una «leggerezza imperdonabile»
04/07/2020 di Gianmichele Laino
Lo conoscono come il sindaco sceriffo, perché ha ricoperto in passato la carica di primo cittadino di Albettone. In passato si è fatto ritrarre con un fucile da caccia in mano e aveva fatto affermazioni discutibili sul razzismo. Ora Joe Formaggio si è trovato, suo malgrado, in mezzo alla vicenda del focolaio di coronavirus che si è sviluppato a Vicenza, facendo schizzare a 1,6 l’indice di contagio in Veneto e facendo arrabbiare Luca Zaia. Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, infatti, aveva partecipato all’evento a cui era stato presente l’imprenditore veneto che aveva deciso di andarci nonostante la febbre e nonostante la positività al coronavirus.
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Joe Formaggio, il consigliere del Veneto che ha frequentato la stessa cena del paziente zero di Pojana
C’era anche Joe Formaggio alla cena con circa 100 persone a cui ha partecipato l’imprenditore della Laserjet (che, tra le altre cose, era stato anche a un funerale e aveva rifiutato il ricovero, nonostante la febbre alta: ora è in terapia intensiva). Si è sottoposto al tampone ed è risultato negativo: «Non sono entrato direttamente in contatto con l’imprenditore e alla cena si è rispettato il distanziamento sociale».
Tuttavia, il consigliere di Fratelli d’Italia – che ha smentito qualsiasi circostanza di un suo presunto isolamento causato dal contagio del coronavirus – ha voluto commentare il comportamento dell’imprenditore, un suo conoscente: «È una brava persona che ha commesso una leggerezza imperdonabile – ha detto Joe Formaggio -. Quando hai la febbre e te ne vai in giro è come uscire con un’arma, può sempre partirti un colpo».
Joe Formaggio, personaggio politico piuttosto controverso, è stato sindaco di Albettone per diverso tempo, prima di entrare in consiglio regionale in Veneto. Conosciuto per le sue battaglie contro i rom e per le sue fotografie con il fucile, si è trovato a commentare il focolaio di Vicenza perché ha frequentato lo stesso ambiente del ‘paziente zero’. Ma ha voluto rassicurare tutti: ha seguito i protocolli epidemiologici previsti, risultando negativo.