Jinn, la serie tv firmata Netflix che ha fatto arrabbiare il mondo islamico

Un gruppo di adolescenti alle prese con un’entità soprannaturale che minaccia di distruggere il mondo. Non è la trama dell’ormai celeberrimo Stranger Things, ma di un’altra serie tv firmata Netflix, Jinn, primo tentativo della società di distribuzione americana di aprirsi a un pubblico panarabo. Jinn infatti è stato girato in Giordania, a Petra, e racconta la storia di un gruppo di ragazzi in gita scolastica che risveglia per errore uno spirito demoniaco della tradizione islamica. Un Jinn appunto. Tra peripezie e colpi di scena, primi amori e litigi si svolge quindi la storia dei giovani protagonisti, impegnati a salvare il mondo. Fin qui tutto nella norma, si potrebbe dire. Ma quello che all’apparenza appare un normalissimo teen drama è da settimane al centro di violente polemiche nel mondo arabo.

I protagonisti di Jinn sono distanti anni luce dai giovani del Paese

In molti hanno apprezzato la volontà di Netflix di continuare a concentrarsi su produzioni originali pensate per i diversi mercati nazionali e, nello specifico, che Jinn fosse incentrata sulla descrizione positiva dei giovani arabi dei nostri giorni. Tuttavia alcuni hanno sottolineato come la sceneggiatura sminuisse le peculiarità culturali del luogo e dei ragazzi stessi, molto più somiglianti ai giovani protagonisti di Beverly Hills 902010 che alla maggior parte dei ragazzi della regione.

Anche se va considerato, come sottolinea Federica Zoja su Avvenire, che la serie in questione «ha l’indubbio merito di mettere in piazza quello che nel mondo arabo tutti sanno e pochi dicono: l’élite, che si parli di Giordania, Libano, Emirati o Marocco, vive ad anni luce di distanza rispetto alla massa della popolazione».  Il che significa che ristrette cerchie di famiglie molto benestanti conducono esistenze che hanno poco o nulla a che fare con la maggioranza della popolazione del Paese.

La critica delle autorità: sovverte la moralità e i codici di condotta del Paese

Fatto sta che la parte più conservativa della società giordana non ha per nulla apprezzato Jinn, accusata di immoralità per aver trattato con eccessiva leggerezza – all’occidentale si potrebbe dire – la tematica dell’amore teen durante la serie. Baci, sguardi, flirt, alcol. Sono tutti elementi che sono stati giudicati eccessivi.  Sull’onda dell’indignazione generale,  la magistratura giordana ha messo sotto indagine la produzione mentre l’unità dell’esercito responsabile dei crimini online sta cercando di chiudere definitivamente la trasmissione.

Anche Mohammed Khalaileh, il Grand Mufti di Giordania è intervenuto sulla vicenda. La più importante autorità della legge islamica del Paese ha infatti condannato la serie tv  che, a suo parere, è in forte contrasto con i precetti islamici ed è colpevole di sovvertire la morale, le abitudini e i codici di condotta del popolo giordano.

 

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