Tra Israele e Hamas scendono in campo anche gli hacker

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Decine di gruppi sostengono l'una e l'altra parte, tra annunci e attacchi DDoS. La geopolitica della cyberwarfare continua a essere molto complessa

Quel che sta succedendo in Medio Oriente è l’emblema di come le guerre dell’epoca moderna non viaggino più su un unico diametro. Parallelamente al conflitto di “terra” tra Israele e Hamas, come già accaduto tra Russia e Ucraina, ce n’è un altro che invece riguarda lo spazio cibernetico. Tantissimi gruppi di hacktivisti, infatti, sono scesi in campo in questa cyberwarefare. La maggior parte si è schierata pro Palestina, pochi invece quelli che hanno annunciato (in alcuni casi già avviato) campagne DDoS a sostegno dello Stato israeliano.



Israele-Hamas, il conflitto è e sarà anche cibernetico

Una guerra asimmetrica, come quelle che abbiamo imparato a conoscere nel recente passato e nel presente. Gli attori protagonisti non sono solamente gli schieramenti militari, più o meno organizzati, ma gli hacker. Come nel caso dell’app israeliana Red Alert che sarebbe finita nel mirino dei pirati informatici proprio alla vigilia dell’inizio delle ostilità. O come altri attacchi che si sono susseguiti, come rivelato da un report di Microsoft, fin dall’inizio dell’anno. Ma in questa cerchia ci sono anche quelli che attaccano a prescindere dal conflitto in corso tra Israele e Hamas.

Poi ci sono i social network e i giornali. Anche in questo caso, ci troviamo davanti a disinformazione mista a una poca accuratezza nella verifica delle fonti. Come accaduto nel giorno dell’annuncio – fatto da Benjamin Netanyahu – della controffensiva israeliana. In quelle ore, su Twitter e TikTok, è iniziato a circolare un video dei bombardamenti su Gaza. Alcune testate, anche molto importanti, non hanno verificato e hanno pubblicato la notizia con quel filmato. Peccato che le immagini facessero riferimento ai festeggiamenti dei tifosi di una squadra di calcio algerina che aveva appena vinto lo scudetto.