«Avere un pubblico elevato comporta anche responsabilità etiche»
Tra Foodporn e attenzione per la materia prima. Intervista a Maria Stella
02/09/2023 di Hilde Merini
Cos’è il #foodporn? Per la testata Bon Appétit, nella loro versione, è un feed di Instagram sontuoso, sexy e lussurioso con quello che potrebbe definirsi per molti di noi il nostro “soggetto preferito” (il cibo). Difficile non capire a questo punto il motivo per cui sia l’hashtag che il topic sia sempre uno dei più cliccati e amati dal pubblico – e dai creator. Maria Stella, giovanissima ragazza della provincia di Bologna, meglio conosciuta sul web come @burrataepistacchi, ama la cucina in sé e ama condividerla con il maggior numero di persone tramite i mezzi di comunicazione.
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Intervista a Burrataepistacchi, come nasce il progetto di Maria Stella
«Burrataepistacchi è di base l’esternazione di una passione». Così ci racconta il suo progetto nato da poco più di due anni ma già dalla forte identità e dai numeri significativi. Per Maria un progetto che ha sempre più valore: «Via via che lo vedevo crescere diventava per me la formula per realizzare tutti quei sogni che portavo dentro da tempo e che forse non avevano ancora avuto modo di trovare la luce nel modo giusto. È lo scrigno nel quale ho deposto sogni e speranze, il progetto di vivere facendo ciò che più amo». Anche per la giovanissima creator, infatti, Instagram è stato quel mezzo utile per esprimere e dare sfogo alla sua passione, facendola poi diventare la sua professione.
Allo stesso tempo, per la connotazione dei social network oggigiorno è impossibile non usare la propria identità nell’atto creativo. La personalità esce, si espone e influenza inevitabilmente i contenuti creati. Impossibile evitarlo: «Penso che nei miei contenuti venga fuori quello che è il mio carattere, credo che gli elementi che lo caratterizzano possano differenziare le mie creazioni da quelle degli altri» – commenta Burrataepistacchi.
Quello che Maria non riusciva a mostrare davanti alla fotocamera del telefono, lo mostra in tv grazie alla sua nuova avventura sul grande schermo iniziata a maggio. Ci racconta infatti di come abbia notato la diversa capacità comunicativa sui due mezzi: «Da qualche mese ho iniziato a lavorare in diretta in tv e paradossalmente trovo molto più complicato mostrarmi davanti allo schermo di un cellulare piuttosto che a delle telecamere, dove è tutto basato sul “buona la prima” (e l’audience è decisamente maggiore)». Oltre a questo, ha notato su di sé: «Sono buffa, un po’ goffa e, per quanto io non ami questo lato del mio carattere, ho sempre notato essere vincente». La telecamera infatti è un mezzo che tira fuori parti spesso celate di Maria: «Quando mi trovo in tv riesco a fare uscire dei lati frizzanti, più simpatici e coinvolgenti che fatico a fare uscire davanti ad un telefono».
Impossibile non ragionare a questo punto non solo sulla comunicazione ma soprattutto sull’influenza che il mezzo ha sulle nostre vite. «Penso che la presenza sui social sia di base pressante – ci dice -. Essere costantemente valutati da un numero, sentirsi un numero o valutare il proprio lavoro sulla base di questo sottoponga ad una pressione continua, soprattutto quando creare contenuti non è solo un passatempo» – aggiunge, sottolineando i rischi di un mestiere contemporaneo sempre più diffuso. Un lavoro che non deve essere preso sottogamba per Maria, perché l’esposizione comporta anche degli obblighi verso l’audience: «Inoltre la pressione deriva dal giudizio, dal fatto che avere un pubblico elevato comporti anche responsabilità etiche».
Cosa caratterizza il progetto di Burrataepistacchi
L’attenzione ai dettagli e alla scelta dei prodotti è sicuramente quello che contraddistingue la cucina e lo stile comunicativo di Maria, fin dal primo Reel. «Sono attenta alla materia prima, la tratto con rispetto e cerco di riportalo anche in quello che condivido – racconta -. Sono molto golosa però cerco sempre di seguire una linea elegante, cercando di bilanciare la moda del Foodporn con quella che è la mia natura».
Un aspetto molto importante sui social è sicuramente l’estetica e tutta quella parte dedicata all’immagine. Maria pensa che sicuramente la risoluzione degli immagini sia molto importante, ma al tempo stesso non fondamentale. «Conosco molte persone che creano contenuti con una qualità molto bassa ma che hanno creato un coinvolgimento tale da rendere i loro video molto più interessanti e appetibili di quelli registrati in alta qualità» – ci racconta a proposito di questo argomento. È anche vero che la situazione è diversa per quanto riguarda la sua carriera e il suo stile comunicativo: «Io, però, sono una maniaca dalla precisione, quindi farei molta fatica a condividere contenuti che non ritengo di buona qualità».
Maria Stella lavora anche in un bistrot e ha sicuramente avuto modo di osservare il modo di rapportarsi dei clienti e della sua audience con lei e con il cibo. «Tra il mio lavoro in cucina e quello social non trovo molte differenze, sono fortunata perché da entrambi i lati ricevo quasi sempre affetto e approvazione – ci racconta -. Sicuramente quando un contenuto diventa virale invece le cose cambiano. Certamente è più facile esprimere giudizi dietro ad un telefono ma soprattutto senza avere mai assaggiato il piatto».
Nonostante questo, Burrataepistacchi è felice della sua community, con cui pensa di avere un bel rapporto «seppur io sia di base una persona asociale e che quindi fatica a tenere alto il senso di “comunità”». Ammette, in realtà, di essere «consapevole di essere circondata da tante belle persone». Un episodio che ci tiene a raccontare è proprio quella sensazione strana di essere riconosciuti per strada dalla propria community e di riconscersi in loro: «Ultimamente mi capita molto spesso di essere riconosciuta e non solo a Bologna. Quando le persone si avvicinano con un grande sorriso e mi chiedono “Scusa, ma tu sei Burrataepistacchi?!” mi rendo conto che c’è davvero qualcuno dall’altra parte dello schermo che mi supporta e questo mi rende incredibilmente felice, tant’è che generalmente divento rossa e sprofondo in un enorme imbarazzo».